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INTELLIGENCE, VERA GHENO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “MAGGIORI STRUMENTI LINGUISTICI CORRISPONDONO A MAGGIORE SICUREZZA E FELICITÀ.”

Rende (25.2.2025) – La sociolinguistica nell’era digitale è il titolo della lezione tenuta da Vera Gheno, sociolinguista e docente universitaria, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Gheno ha aperto la lezione introducendo la sociolinguistica quale disciplina di confine, tra la sociologia e la linguistica, che attraversa branche dell’una e dell’altra. Essere a cavallo tra le due discipline significa capire che ruolo ricopra la persona nella società in base al contesto che la riguarda.

Mario Caligiuri, Vera Gheno

Infatti, per quanto ogni persona sia unica e irripetibile, fa anche parte di una collettività, i cui strumenti linguistici servono a garantire maggiori diritti, per cui la lingua viene studiata come mezzo di emancipazione.

La lingua è il principale mezzo di comunicazione e passaggio della cultura e una maggiore cultura comporta una migliore posizione nella società.

Per la docente, un argomento inerente all’attività d’intelligence e al “tesoro di parole” relative all’identità e all’anima di ogni essere umano.

Si tratta di un’argomentazione spesso portata in evidenza soprattutto in ambito di intelligence, quando si parla dell’IA contro l’intelligenza umana.

Del resto, va sottolineata sempre l’importanza di perpetuare il sapere per non inaridire l’unico vero vantaggio dell’uomo nella concorrenza alle macchine: il sapere fatto di parole ed eredità linguistiche che compongono l’identità e anima dell’essere umano.

Gheno si è poi soffermata sul concetto di “normale”.

Alla parte inscindibile dell’essere umano, fatta di identità e anima, si accosta una parte condivisa con gli altri fatta principalmente da connessioni linguistiche, le cui relazioni esistono grazie a delle norme da seguire, necessarie per trovare un punto di accordo.

Viene introdotto quindi il concetto di “norma“.

Chi la decide ha il potere, e collegandoci al tema dell’intelligence, conoscere chi decide permetterà di risalire alla norma per cambiarla.

Mettere al bando una parola e un suo uso ha un impatto enorme sulla società e sul singolo individuo.

Basti pensare a come nei secoli qualunque cosa fosse stabilita come anormale venisse etichettata come una malattia, spesso fisiologica, e in quanto tale, curabile.

La docente ha poi ricordato il pensiero di Tullio De Mauro che ha studiato come la scolarizzazione e l’indottrinamento siano strumenti potenti per indirizzare sin dalla tenera età ciò che viene definito a norma.

Non a caso, per mandare in crisi una democrazia, come primo obbiettivo viene colpito sempre il sistema scolastico, diminuendo gli investimenti sulle scuole.

Ma non è il solo modo. La manipolazione delle informazioni, la deviazione dell’attenzione pubblica sono altri metodi per attaccare la democrazia.

Per la docente, esistono circoli di potere che emettono le norme e vogliono naturalmente mantenere il predominio.

La conoscenza e la ricchezza linguistica permettono al singolo individuo di mettersi in pari con questo circolo, ed è qui che vengono messe in atto queste tattiche di distrazione.

Del resto la manipolazione delle informazioni per perseguire quello che è un bene superiore è un argomento molto caro all’intelligence: aumentare la propria conoscenza e sfruttarla contro i propri avversari.

Successivamente la docente ha introdotto l’eugenetica. Fondata da Francis Galton, l’eugenetica è la disciplina che studia le teorie e le pratiche volte a migliorare l’essere umano.

Del resto l’essere umano per sua stessa natura ha da sempre attuato iniziative per migliorare la propria condizione e il progresso scientifico nei secoli non ha fatto che delineare meglio tali procedimenti.

Questo implica la formazione delle norme discusse finora.

Stabilire le norme significa discriminare tra un “noi” e un “loro”.

Chi stabilisce ciò che è a norma, stabilisce quelle che sono una serie di qualità desiderabili, e quindi da trasmettere alle generazioni future, e di qualità poco desiderabili da lasciarci alle spalle.

Da ciò scaturisce una serie di pregiudizi, bias, facendo diventare fondamentale il tema dell’inclusione.

Includere è un concetto ambiguo che confligge molto anche con se stesso, perché includere implica mettere due mondi a confronto sullo stesso piano.

La formazione delle norme, però, implica che non ci sia un’uguaglianza di partenza, poiché ognuno pone il proprio punto di vista come quello valido.

Infatti, l’inclusione oggi viene vissuta come una concessione, se non come una imposizione, non risolvendo il problema che l’inclusione si prefigge di risolvere.

Gheno ha concluso con una considerazione sulla sicurezza, che è probabilmente ciò che dà inizio a questa intera catena di montaggio, quel naturale istinto di sopravvivenza che ci spinge verso il simile e a ripudiare il diverso.

Per la docente, il vantaggio dell’essere umano consiste nella capacità di discernere tra le cose tramite gli strumenti linguistici.

I Servizi di intelligence di tutto il mondo sono una conseguenza di ciò, dato che il loro scopo è la sicurezza Nazionale dello Stato a cui appartengono.

E se c’è qualcosa che abbiamo imparato, è come la lingua e la conoscenza siano i mezzi principali per contrastare il deterioramento delle caratteristiche fondamentali  dell’animo umano.

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