Intelligence, cybersicurezza ed educazione: strumenti di contrasto alla mafia a Scampia
Il seminario, condotto da Mario Caligiuri ha evidenziato l’importanza dell’Intelligence come strumento educativo contro le mafie e per un uso consapevole della tecnologia. L’evento, organizzato dall’Associazione (R)esistenza, ha sottolineato come l’educazione digitale possa offrire ai giovani detenuti opportunità di riscatto, promuovendo la cybersicurezza come via di crescita personale e collettiva.
In un luogo simbolo di degrado e riscatto, l’Intelligence approda con l’obiettivo di offrire strumenti educativi concreti per contrastare l’influenza delle mafie.
Nel cuore di Scampia, all’interno dell’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”, Mario Caligiuri, docente dell’Università della Calabria e presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT), ha condotto un seminario dal titolo Intelligence e cybersicurezza: strumenti educativi e di contrasto alle mafie.
Un incontro organizzato dall’Associazione (R)esistenza, con il supporto di Ciro Corona, animatore sociale e punto di riferimento della comunità, che ha dato spazio a una riflessione profonda sulle dinamiche di potere che regolano il controllo del territorio e l’importanza dell’educazione come arma di riscatto.
L’Intelligence come educazione alla consapevolezza
Per Caligiuri l’Intelligence non è solo uno strumento di protezione nazionale,“ma un metodo educativo capace di insegnare alle persone a comprendere e interpretare la realtà circostante“.
In una società in cui l’informazione è fluida e i confini tra reale e digitale si amalgamano e confondono, l’Intelligence si configura come un mezzo per rendere i cittadini più consapevoli e responsabili.
“L’intelligence aiuta a capire – ha affermato Caligiuri – e va diffusa in tutti gli ambiti, specie tra i giovani e nelle periferie dove il rischio di devianza è più alto”. In questo senso, diventa uno strumento formativo che non si limita all’analisi di minacce o di fenomeni complessi, ma promuove un processo di crescita individuale e collettiva.
Cybersicurezza: oltre il mito del web oscuro
Al centro del seminario è emersa la necessità di educare i giovani a un uso consapevole della tecnologia, in particolare rispetto ai rischi del deep web e del dark web. Caligiuri ha sottolineato come queste aree oscure della rete, spesso percepite come luoghi di trasgressione e libertà, siano in realtà incubatori di attività illegali, dove la criminalità organizzata trova terreno fertile per traffici illeciti e manipolazione.
L’Intelligence e la cybersicurezza offrono, invece, l’opportunità di costruire una presenza digitale responsabile, dove i giovani possono formarsi, apprendere e sviluppare competenze utili, non solo per proteggere sé stessi, ma anche per contribuire a un ambiente digitale più sicuro e trasparente.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale diretta da Bruno Frattasi stanno lavorando per diffondere la cultura della sicurezza informatica nelle scuole, partendo dai rischi per fare in modo di usufruire in maniera critica e consapevole delle straordinarie opportunità di conoscenza che la Rete consente.
Caligiuri ha concluso richiamando la frase che campeggia sulle vele di Scampia: “Non siamo noi il problema”, ribadendo che il ruolo della scuola e dell’educazione è proprio quello di ridurre le disuguaglianze di partenza. A riguardo ha ribadito che l’esperienza dell’apertura, due anni fa, di una sede staccata dell’Università Federico II di Napoli è un segnale fortissimo che va portato avanti con grande impegno e sostenuto con grande attenzione.
Ciro Corona, nel suo intervento, ha ribadito l’importanza della formazione e dell’educazione come “armi di riscatto”. In un contesto come Scampia, dove il degrado è spesso associato a una depressione culturale, è necessario fornire ai giovani alternative concrete che li allontanino dal fascino della criminalità organizzata. “Le competenze digitali e trasversali, che i giovani detenuti stanno apprendendo grazie all’associazione, sono un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata in modo positivo, per costruire opportunità di lavoro e di crescita personale, invece che per trasgredire o rifugiarsi nelle aree oscure del web”.