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1974-2024: Cossiga al governo, le radici di una storia

Ieri, 23 novembre, si sono celebrati i cinquant’anni dalla nomina di Francesco Cossiga a Ministro per l’organizzazione amministrativa, il suo primo incarico di governo, assegnatogli da Aldo Moro nel trentunesimo esecutivo della Repubblica Italiana, tappa fondamentale di una carriera che lo avrebbe portato al Quirinale.

Al PalaSì di Terni sono alternate tre voci autorevoli per una riflessione che ha valicato la commemorazione: un’analisi del pensiero di uno statista che ha saputo leggere – e spesso anticipare – le trasformazioni della società italiana.

Sul palco: Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria e presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) , Antonello Colosimo, presidente della sezione regionale della Corte dei Conti. A moderare l’incontro sarà invece Antonio Mosca, giornalista del Corriere dell’Umbria.

Figure di alto profilo che hanno analizzato il percorso di un uomo delle istituzioni che ha attraversato – da protagonista – le fasi più intense della storia repubblicana.

E’ possibile rivedere l’evento al link https://www.facebook.com/share/v/14sSbaoRwn/?

Nato a Sassari in una famiglia di estrazione medio-borghese, repubblicana e antifascista, Cossiga mostrò fin da giovane una spiccata intelligenza e una viva passione per la politica. Conseguì la maturità a soli 16 anni e si laureò in Giurisprudenza con il massimo dei voti, intraprendendo poi una carriera accademica che abbandonò nel 1974, dopo essere stato nominato ministro.

L’impegno politico si radicò nell’associazionismo cattolico, tra Azione cattolica e Fuci. Nel 1945 l’iscrizione alla Democrazia Cristiana segnò l’inizio di un percorso che lo avrebbe portato ai vertici delle istituzioni. Eletto deputato per la prima volta nel 1958, ricoprì incarichi di crescente responsabilità, fino alla nomina a sottosegretario alla Difesa nel 1966.

Nel clima teso degli anni Settanta, da Ministro dell’Interno affrontò con decisione le sfide del terrorismo, creando reparti speciali e promulgando leggi emergenziali. Il rapimento di Aldo Moro, suo maestro e amico, segnò una frattura profonda: sostenne la linea della fermezza, una scelta che lasciò segni indelebili nella sua vita personale e politica.

Tornato sulla scena politica, dopo un periodo di doloroso ritiro, ricoprì il ruolo di Presidente del Consiglio e poi del Senato. Nel 1985 fu eletto Presidente della Repubblica al primo scrutinio, caso unico nella storia.

I primi anni del suo mandato furono caratterizzati da un rigoroso rispetto del dettato costituzionale. Con la fine della Guerra Fredda, però, Cossiga mutò approccio: le sue celebri “picconate” aprirono un dibattito acceso sulle necessità di riforme costituzionali.

Concluse anticipatamente il mandato nell’aprile 1992, continuando come senatore a vita a sorprendere con le sue scelte non convenzionali, facendo anche il dj per Radio2 Rai con il nome di DJK.

Nel 1998 tentò di costruire un’alternativa moderata al bipolarismo fondando l’UDR.

Cattolico profondo, coltivò rapporti significativi con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger, poi Benedetto XVI. Amava definirsi guidato da due anime: “un omino bianco e un omino nero”, metafora del suo essere nel contempo uomo delle istituzioni e spirito ribelle, interprete rigoroso delle regole e anticipatore della necessità di cambiarle.

Una figura di straordinaria complessità, che ha lasciato un’eredità ancora oggi studiata e dibattuta.

Presidente della Repubblica

dal 2 luglio 1985 al 28 aprile 1992

Scioglimenti delle Camere: 1

Crisi di governo affrontate: 7

Leggi rinviate: 22

Messaggi al Parlamento:6

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