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Corsa all’Artico: una guerra silenziosa tra superpotenze.

In coincidenza con la prima Giornata Mondiale dei Ghiacciai, celebrata il 21 marzo, l’ONU ha lanciato un drammatico allarme: “Preservare i ghiacciai non è solo una necessità ambientale, economica e sociale. È una questione di sopravvivenza”.

Per Emanuela Somalvico, direttore dell’Osservatorio di Intelligence sull’Artico SOCINT e autrice di Prospettiva Artico. Nuove sfide per l’Intelligence, (ed. Fondazione Margherita Hack), lo scioglimento dei ghiacci ha trasformato l’Artico da un ambiente inospitale a un territorio sfruttabile economicamente e strategicamente. Le principali potenze mondiali – Stati Uniti, Russia e Cina – stanno consolidando la loro presenza, mentre nuovi attori emergenti, come l’India, si affacciano con crescente interesse. L’Italia, grazie alla sua esperienza scientifica e militare, si sta ritagliando un ruolo rilevante con la base Dirigibile Italia nelle Svalbard.

Intervistata da The Washing News, canale di informazione online, Somalvico evidenzia che, se fino a pochi anni fa l’attenzione era concentrata sulle riserve di petrolio e gas naturale, oggi il vero obiettivo sono le terre rare, fondamentali per la transizione ecologica e lo sviluppo di tecnologie avanzate, incluse quelle militari. Il controllo di questi elementi chimici è destinato a ridefinire gli equilibri di potere a livello globale. La Cina domina il mercato, controllando circa il 70% della produzione mondiale, ma l’Artico potrebbe diventare una nuova frontiera di estrazione: ecco perché è considerato una zona di interesse prioritario per Intelligence e diplomazia internazionale.

Accanto alla ricerca scientifica, la militarizzazione dell’area procede in modo silenzioso ma inarrestabile. La Russia mantiene avamposti nelle Svalbard, con la prospettiva di integrare la regione nelle strategie del BRICS. L’India ha stretto accordi con Mosca per l’addestramento di marinai specializzati in operazioni artiche e la costruzione di rompighiaccio. Anche la Cina, con la sua politica di espansione marittima, guarda all’Artico come un’alternativa strategica alle tradizionali rotte commerciali che attraversano il Canale di Suez.

Un aspetto meno discusso ma di grande rilevanza, precisa Somalvico, è il rischio biologico derivante dallo scioglimento del permafrost. Agenti patogeni intrappolati nel ghiaccio, alcuni sopravvissuti fino a 750.000 anni, potrebbero rappresentare una minaccia biologica asimmetrica con potenziale pandemico, rappresentando una minaccia sanitaria globale.

Parallelamente, la criminalità organizzata sta cominciando a infiltrarsi nei progetti infrastrutturali e negli investimenti economici, attratta dai profitti derivanti dall’estrazione delle risorse naturali.

L’apertura di nuove vie marittime attraverso l’Artico potrebbe ridisegnare la mappa del commercio globale, riducendo la dipendenza dai canali di Suez e Panama. Questo rappresenta un’opportunità per paesi come Cina e India, che potrebbero evitare checkpoint critici e aree soggette a pirateria, rafforzando il controllo sulle rotte.

Le dichiarazioni di Donald Trump sulla possibile acquisizione della Groenlandia non sono state solo una provocazione, ma il segnale di una strategia più ampia degli Stati Uniti per consolidare la propria influenza nell’Artico. Il controllo di questa regione garantirebbe a Washington un accesso privilegiato alle risorse naturali e una posizione dominante sulle nuove rotte commerciali.

Il nostro Paese, pur non essendo una potenza artica, gioca un ruolo importante grazie alla sua presenza scientifica e militare. Come sottolinea Somalvico, “L’Italia si è costruita nel corso degli anni un ruolo importante con una grandissima professionalità dal punto di vista scientifico. Abbiamo la nostra base Drigibile Italia, a Ny-Ålesund nelle Svalbard, e abbiamo dei progetti molto importanti sul campo con ricercatori attivi durante tutto l’anno”. La nostra capacità artica coinvolge anche l’Esercito, in particolare gli Alpini e la Marina Militare, impegnati in operazioni di scandagliamento e studio delle profondità marine.

L’Artico si sta trasformando in una delle principali aree di competizione tra potenze globali, con implicazioni strategiche che vanno oltre la questione climatica.

L’ONU ha ribadito che “l’unica risposta possibile è combattere il riscaldamento globale riducendo le emissioni di gas serra”, ma la posta in gioco è ampia: nella regione nordica si intrecciano interessi economici, sicurezza internazionale e protezione ambientale. Lo scioglimento dei ghiacci è un moltiplicatore di minacce per la sicurezza globale e porta d’accesso alle risorse strategiche del sottosuolo.

Questa lettura multidimensionale del fenomeno – adottata anche dagli autori dei contributi della raccolta Le dinamiche artiche sotto la lente dell’Intelligence (ed. Socint Press) – offre una prospettiva capace di anticipare vulnerabilità emergenti e identificare nuove aree di competizione geopolitica. La pubblicazione – curata da Emanuela Somalvico, introdotta da Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence – ha l’obiettivo di analizzare le dinamiche internazionali della regione polare e offrire strumenti di lettura strategica. Un approccio particolarmente interessante alla luce dei dati presentati durante il World Glacier Day, che confermano l’accelerazione di un fenomeno che non può più essere analizzato unicamente in chiave ambientale, ma richiede una comprensione integrata delle sue molteplici dimensioni di sicurezza: idrica e alimentare, energetica, sanitaria, delle infrastrutture critiche, sociale e culturale.

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