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De Gasperi, architetto della democrazia moderna

Il 19 agosto 1954, alle 2:40 del mattino, nella grande casa di Borgo Valsugana, si spegneva Alcide De Gasperi, testimone e protagonista della storia italiana del XX secolo.

A settant’anni dalla sua scomparsa, una pubblicazione – curata da Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) – getta nuova luce su un aspetto finora poco esplorato: il rapporto tra il leader della DC e l’Intelligence durante la ricostruzione postbellica.

Il volume, dal titolo Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia, è frutto del convegno di apertura della XIII edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria ed entrerà a far parte della collana editoriale Rubbettino dedicata all’Intelligence, accanto alle monografie di Francesco Cossiga, Aldo Moro, Giulio Andreotti ed Enrico Mattei. Un’occasione per restituire una visione più completa dell’eredità, umana e politica, di De Gasperi.

Il testo – che contiene saggi di Mario Caligiuri, Giovanni Fasanella, Mimmo Franzinelli, Alessandro Giacone, Paolo Gheda, Virgilio Ilari, Valeria Moroni, Giacomo Pacini e Niccolò Petrelli – offre una prospettiva inedita su De Gasperi, esaminando il ruolo dei Servizi nel plasmare le decisioni politiche che hanno definito il futuro del nostro Paese.

Caligiuri ha ricordato che “De Gasperi è la figura repubblicana più significativa, il presidente della ricostruzione, l’artefice della trasformazione dell’Italia: da Paese contadino a una delle principali potenze industriali del mondo”. Ha poi evidenziato chepur avviando ricerche, negli archivi di Servizi italiani e stranieri, sembra emergere poco sui collegamenti diretti tra De Gasperi e l’Intelligence. Ma è proprio in questo periodo che vengono compiute scelte decisive, questioni per le quali non è pensabile che il capo del Governo non abbia avuto, direttamente o indirettamente, contatti con i Servizi.

Il periodo 1945-1953, caratterizzato da eventi come l’adesione alla NATO, la fondazione dell’Unione Europea e la creazione dell’ENI, fu indubbiamente influenzato da informazioni fornite dall’Intelligence. L’analisi delle operazioni straniere sul suolo italiano rivela un complesso intreccio di interessi politici ed economici. L’attività delle Agenzie americane e francesi nel monitoraggio dello sviluppo italiano, così come episodi quali la falsificazione di lettere attribuite a De Gasperi, uno dei più velenosi casi giudiziari del secondo dopoguerra, e l’affaire Montesi, evidenziano la complessità del panorama informativo dell’epoca.

Per l’editore Florindo Rubbettino “il libro curato da Mario Caligiuri rende giustizia al ruolo di grande rilevanza internazionale che De Gasperi ha rivestito in uno dei momenti più complessi della storia repubblicana. La Rubbettino ha dedicato numerose pubblicazioni alla figura dello statista trentino, compreso il catalogo della mostra dal titolo Un europeo venuto dal futuro, allestita per commemorare i cinquant’anni della sua scomparsa. Il volume rappresenta un tassello importante di questo variegato mosaico”.

Anche il presidente della Fondazione Alcide De Gasperi, Angelino Alfano, ha commentato l’uscita del libro, dichiarando: “De Gasperi è il costruttore dell’Italia repubblicana. L’uomo a cui più si devono le scelte che hanno connotato la direzione di marcia che ha portato pace e prosperità alla nostra Patria e all’Europa. In questo ambito la ricostruzione dell’apparato statuale e della colonna dorsale amministrativa fu centrale anche perché i suoi otto governi attraversarono la transizione repubblicana portando l’Italia oltre la guerra civile e verso lo sviluppo”.

Nel saggio, gli autori hanno scandagliato molteplici questioni: le clausole militari del trattato di pace, l’attività di organizzazioni come il Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiano (MACI), la nascita del SIFAR, l’influenza delle potenze straniere sulle scelte politiche italiane e la dipendenza dell’Italia dai commerci con gli Stati Uniti. Disamine che regalano nuove chiavi interpretative per comprendere le intuizioni degasperiane e le sfide che il Presidente del Consiglio si trovò ad affrontate nel riconfigurare la credibilità internazionale dell’Italia.

Aspetto particolarmente rilevante è il ruolo di De Gasperi nel promuovere l’idea di un esercito europeo come strumento di difesa comune, anticipando molti dei dibattiti attuali sulla sicurezza collettiva. Una visione, sebbene non realizzata all’epoca, che dimostra la lungimiranza dello statista nel comprendere equilibri e strategie emergenti.

La pubblicazione non si limita, dunque, a una ricostruzione storica, ma riflette anche sulle implicazioni contemporanee ponendo le basi per ulteriori approfondimenti e contributi.

In un’epoca caratterizzata da sfide transnazionali – come migrazione, sicurezza e cambiamento climatico – l’approccio dello statista all’integrazione europea di conferma un modello di pensiero ancora attuale.

La figura di De Gasperi, ricordata e riesaminata attraverso questa prospettiva – si staglia come quella di un leader pragmatico e austero, profondamente radicato nei suoi valori cattolici. La sua eredità, intrisa di visione ed etica, è cristallizzata nell’iscrizione sul monumento di via delle Fornaci a Roma, vicino alla casa dove visse, nel periodo postbellico, accanto all’agente della CIA William Colby:

L’uomo europeo deve accettare le esperienze degli altri, deve imparare a vivere in una comunità più grande dove saprà difendere la propria ma anche l’altrui libertà. Saranno la tolleranza e la fraternità che tradotte in opere di giustizia e di pace sul piano sociale e internazionale ci daranno la patente di cittadini d’Europa.

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