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Democrazia sotto assedio: le nuove sfide dell’Intelligence nell’era della disinformazione

Il discorso del Presidente Mattarella alla cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, ha evidenziato due minacce per la democrazia: la disinformazione e l’odio. Temi centrali anche nelle pubblicazioni di Mario Caligiuri che emergono come sfide significative per l’Intelligence e la sicurezza nazionale.

Il discorso del Presidente Mattarella alla cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, ha messo in luce due minacce per la democrazia: la disinformazione e l’odio. Questi temi, centrali nelle pubblicazioni di Mario Caligiuri – presidente dalla Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e tra i massimi esperti di Intelligence a livello accademico – emergono come sfide significative per i Servizi e la sicurezza nazionale.

Mattarella – che ha rimarcato l’importanza della “libertà di informazione” e del “diritto a essere informati in maniera corretta” – ha definito l’informazione un “anticorpo contro le adulterazioni della realtà” evidenziando il ruolo dei giornalisti nel contrastare la disinformazione e specificando che “ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”.

Questa posizione riflette la preoccupazione di Caligiuri sulla manipolazione dell’informazione come strumento di potere e il suo appello all’Intelligence a focalizzarsi non solo sulla raccolta di informazioni, ma anche sulla protezione dell’integrità dell’ecosistema informativo.

Il Presidente, nel denunciare il“diffondersi di una sub cultura che si ispira all’odio”, ha ribadito che la “violenza, da verbale, diventa frequentemente fisica”. A tal proposito ha menzionato l‘aumento dell’antisemitismo e dell’intolleranza religiosa e razziale, fenomeno, amplificato dal web che richiede interventi di prevenzione e contrasto.

L’intreccio tra le parole di Mattarella e le analisi di Caligiuri delinea un panorama in cui l’Intelligence è chiamata a impegnarsi come mai prima d’ora. La protezione della democrazia nell’era digitale richiede non solo vigilanza contro minacce tangibili, ma una profonda comprensione delle correnti sotterranee che plasmano il tessuto sociale e politico. In questo scenario, la capacità di leggere la realtà – di decifrare i codici nascosti del potere e dell’intolleranza – diventa una necessità imprescindibile per salvaguardare la coesione sociale e le istituzioni democratiche.

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