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Educazione: scudo democratico nell’era digitale. Riflessioni dal Sciabaca Festival

Il Sciabaca Festival, promosso dalla casa editrice Rubbettino a Soveria Mannelli, ha ospitato un incontro sul tema dell’educazione come strumento di difesa dai poteri. L’appuntamento si è svolto nella Biblioteca “Michele Caligiuri”, che solo una settimana prima aveva accolto l’Università d’Estate sull’Intelligence, con oltre 100 partecipanti tra professionisti della sicurezza e studenti.

Florindo Rubbettino, aprendo l’incontro, ha sottolineato l’importanza della formazione nei settori chiave per il futuro del Paese. La discussione si è poi concentrata sul ruolo dell’educazione critica per comprendere e contrastare i poteri che agiscono nel mondo, tema sviluppato da Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e ordinario di Pedagogia della Comunicazione all’Università della Calabria.

Caligiuri ha esordito riflettendo sulla volatilità del potere nell’era digitale, enfatizzando il legame tra la qualità della democrazia e quella dell’educazione, sottolineando l’importanza di coltivare un pensiero critico e indipendente.

L’impatto della tecnologia e dei social media è stato un punto nodale della discussione. Caligiuri ha messo in guardia contro i fenomeni che contribuiscono alla polarizzazione sociale e politica.

Il richiamo alla figura di Pier Paolo Pasolini, descritto come un “profeta della nostra epoca”, ha offerto un esempio di resistenza intellettuale. Caligiuri ha evidenziato la capacità di Pasolini di anticipare i pericoli del consumismo e della società dell’informazione.

La discussione ha toccato il tema delle disuguaglianze sociali, con riferimento alla visione di Yuval Noah Harari sul futuro dell’intelligenza artificiale. È emersa l’urgenza di ripensare l’educazione come strumento di emancipazione e riduzione del disagio sociale.

Nel dibattito sono emersi altri temi rilevanti: la tensione tra la velocità dell’informazione e i tempi necessari per un apprendimento profondo, il ruolo degli insegnanti come figure ispiratrici, e il valore della militanza culturale in un’epoca di grandi cambiamenti.

L’incontro si è concluso richiamando il potere dell’arte e della creativitàsolo chi saprà esercitare il pensiero in modo originale e autonomo potrà resistere alle manipolazioni – sottolineando la necessità di formare “menti ospitali”, capaci di accogliere la diversità di pensiero e di resistere all’omologazione.

In un mondo in rapida evoluzione, l’educazione emerge come strumento potente per difendere e rinnovare la democrazia.

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