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Il cuore antico delle Università ai tempi dell’Intelligenza Artificiale

L’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro ospita oggi – martedì 6 maggio alle 9,30 – un seminario a cura di Mario Caligiuri, pedagogista e tra i massimi studiosi italiani di Intelligence. Al centro dell’incontro, una questione decisiva: l’intreccio tra educazione e Intelligenza Artificiale (IA). Non si tratta soltanto di tecnologia, ma di una trasformazione che coinvolge la struttura cognitiva dell’essere umano e la responsabilità culturale delle istituzioni.

Oggi il sapere non può più essere concepito come mera trasmissione di contenuti: va ripensato nelle sue radici, nei suoi fini, nella sua capacità di guidare l’uomo in un mondo che evolve più rapidamente della nostra stessa comprensione.

L’Università è chiamata a tornare a ciò che per sua natura incarna: un presidio strategico di consapevolezza.

Riflettere sull’educazione nell’epoca delle macchine pensanti significa interrogarsi su quale tipo di intelligenza vogliamo coltivare: quella calcolante degli algoritmi o quella critica e creativa che fonda la nostra libertà?

In questo range si gioca la sfida culturale e democratica dei prossimi anni, che non riguarda solo il futuro del lavoro o della didattica, ma il senso stesso dell’umano.

L’IA, capace di apprendere, prevedere e decidere, segna una frattura tecnologica e antropologica: una discontinuità simile, per portata, a quella che separò Neanderthal e Sapiens. A esserne travolto è, prima di tutto, il mondo dell’educazione. Scuole e Università appaiono improvvisamente invecchiate, strette tra l’inerzia delle burocrazie e l’urgenza di preparare cittadini per un tempo che non esiste ancora.

L’Italia, con un investimento nell’istruzione pari al 4,1% del PIL, resta sotto la media OCSE. Ma il problema è anche – e forse soprattutto – epistemico: non serve inseguire tendenze, urge ridefinire i fondamenti dell’educazione.

Nel frattempo, la pressione cognitiva sui più giovani ha assunto dimensioni inedite. Oltre il 58% dei bambini italiani sotto i due anni trascorre quotidianamente ore davanti agli schermi. Cresce una generazione iperstimolata, sfibrata dal sovraccarico sensoriale, esposta alla dittatura dell’algoritmo, spesso incapace di distinguere tra reale e virtuale.

I cosiddetti nativi digitali rischiano di trasformarsi in analfabeti emozionali, proprio in un’epoca in cui l’intelligenza emotiva è una risorsa indispensabile.

L’educazione, dunque, non è più solo un diritto: è vettore di potere, sicurezza, resilienza. Serve perciò una nuova alleanza tra discipline, tra etica e tecnologia, tra umanesimo e Intelligenza Artificiale. Serve, in sintesi, una visione lunga, audace, non conformista e non convenzionale.

Questo è il senso del seminario promosso a Catanzaro: rilanciare il ruolo dell’Università come luogo strategico per la formazione dell’uomo nuovo: libero, critico, consapevole. Perché nell’epoca delle macchine intelligenti, il vero atto rivoluzionario è restituire centralità all’intelligenza umana.

L’evento sarà accessibile in presenza – presso la Sala Riunioni del Campus di Germaneto – e in diretta streaming.

Per seguire online: https://meet.google.com/gfw-kmfw-bvs

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