INTELLIGENCE, ANDREA GAVOSTO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “L’ISTRUZIONE È UN PILASTRO DELLA SICUREZZA NAZIONALE”.
Rende (28.1.2025) – L’emergenza educativa e la sicurezza nazionale è il titolo della lezione tenuta da Andrea Gavosto, direttore della Fondazione “Giovanni Agnelli”, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.
In premessa, Gavosto ha spiegato come il livello dell’istruzione abbia delle conseguenze dirette sulla sicurezza dei Paesi.
A riguardo ha ricordato il rapporto governativo statunitense A Nation at Risk , datato aprile1983, nel quale – in piena guerra fredda- si evidenziava questo aspetto, oggi molto più cruciale di ieri.
Partendo dalla superiorità del sistema di istruzione dei Paesi del sud-est asiatico, registrato negli ultimi anni, ha analizzato il sistema educativo italiano, incentrando il suo intervento su due tematiche: l’importanza dell’istruzione e l’utilizzo dei fondi del PNRR relativi al settore.
Per il docente, un sistema educativo efficiente è un aspetto necessario per le istituzioni democratiche: sul lungo periodo, rappresenta un investimento vincente non soltanto per il benessere individuale, ma anche per il Paese che registrerà una maggiore crescita economica, sostenuta da produttività e ricerca.
Per avvalorare questa tesi, Gavosto ha riportato numerosi studi dove si evince che i laureati risultano essere cittadini più consapevoli, con una speranza di vita superiore a 5 anni rispetto alla media ed una partecipazione più attiva alla vita politica e sociale della collettività.
L’ educazione che produce effetti benefici – ha sostenuto – è stimolata da un’istruzione di qualità, che sviluppa il pensiero critico e la comprensione dei fenomeni sociali.
Nel decennio fra gli anni ‘60 e ‘70, l’istruzione di massa ha fatto vertiginosamente avvicinare il nostro Paese alle nazioni più avanzate, dimostrando come il sistema educativo riesca a contrastare il sottosviluppo.
I dati statistici riportati da Gavosto forniscono un quadro chiaro degli studenti italiani: seppur le sacche di abbandono scolastico siano ancora ingenti, generalmente in 9 casi su 10 uno studente consegue la maturità.
Tuttavia, le competenze acquisite durante il percorso scolastico sono, in genere, pericolosamente inadeguate.
Il docente individua due talloni d’Achille dell’istruzione italiana: le scuole medie, dovuto all’utilizzo quasi esclusivo del libro di testo come strumento di trasmissione del sapere; gli istituti professionali, quasi sempre frequentati dagli studenti più deboli.
Sulla scelta degli istituti superiori, incide fortemente il contesto familiare, che tende a riproporre il proprio modello.
Per quanto attiene il mondo universitario, Gavosto evidenzia come soltanto il 31% riesca a conseguire una laurea a causa dell’elevato tasso di abbandono e dell’assenza, a differenza di altri Paesi, di corsi universitari professionalizzanti, che inseriscono direttamente nel mondo del lavoro.
Il docente ha poi ricordato che il PNRR ha previsto sia finanziamenti sia riforme per migliorare in modo strutturale il sistema dell’istruzione.
Attualmente la spesa dell’istruzione è assorbita per circa per il 90% per il pagamento degli stipendi.
Allo stesso tempo, le dinamiche del personale scolastico non tengono conto del calo demografico.
Gli obiettivi del PNRR risultano vincolanti e l’Italia ha registrato finora alcune inottemperanze, che hanno ritardato l’erogazione dei finanzianti europei.
Gli stanziamenti prevedono interventi per: ammodernamento di asili nido, scuole d’infanzia e palestre; riqualificazione degli edifici; costruzione di scuole tecnologicamente avanzate.
La visione di fondo si qualifica con un intervento straordinario per la riduzione dei divari territoriali fra Nord e Sud, il potenziamento della didattica digitale, nonché un miglioramento della qualità dell’insegnamento, anche se su quest’ultimo aspetto ha evidenziato più che fondate perplessità.
Gavosto ha concluso con una riflessione sull’edilizia scolastica italiana, che è la principale beneficiaria del PNRR: l’insegnamento dovrebbe disporre dovunque di spazi per permettere agli studenti di immergersi in numerose esperienze formative, fra cui lo studio individuale e collettivo, per farli crescere anche come cittadini critici e consapevoli in grado di costruire la democrazia.