Intelligence, Fabio Vanorio al Master dell’Università della Calabria: “Metaverso, universo parallelo che rivoluzionerà il nostro futuro”.
L’industria, da trilioni di dollari, che modificherà per sempre la nostra vita, il lavoro e il pensiero.
Rende (21.06.2024) – Metaverso. La genesi della governance virtuale è il titolo del secondo seminario tenuto da Fabio Vanorio al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Fabio Vanorio, dirigente del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è cultore della materia tecnologica applicata all’intelligence e alla sicurezza nazionale. E’ autore di “Geopolitica dell’Infosfera” insieme al Professor Paolo Savona.
Le fondamenta dell’Internet di oggi sono state costruite nel corso di diversi decenni e attraverso una attività svolta da laboratori di ricerca governativi, università, tecnologi e istituzioni indipendenti. Questi gruppi, per lo più senza scopo di lucro, si sono concentrati sulla definizione di standard aperti che li aiutassero a condividere le informazioni da un server all’altro, rendendo così più facile la collaborazione su tecnologie, progetti e idee future.
In questo vasto ambito, anche gli “universi virtuali” hanno continuato ad espandersi, evolvendo sia nella loro natura sia nella loro struttura. Nel suo seminario, il Prof. Vanorio si è soffermato sull’intersezione tra la nuova generazione del web, il c.d. web 3.0, e il “metaverso”, ossia la rappresentazione 3D degli universi virtuali, soffermandosi sulle direttrici di sviluppo del metaverso, militari, aziendali, e collettive, e sull’annoso dibattito relativo alla sovranità sull’enorme quantità di dati creati nello stesso.
Secondo il docente, il metaverso può essere considerato come una “luogo virtuale” che utilizza come interfaccia piattaforme di calcolo spaziale (“spatial computing”) per fornire alternative e repliche del mondo reale utili ad innovazioni talora non possibili effettuare nel mondo fisico.
Il professore ha descritto le differenti realtà che -unite- creano l’interfaccia utente, immersiva ed interattiva. Si tratta di combinazioni di realtà estesa (realtà virtuale, aumentata, e ibrida), intelligenza artificiale e sensori che consentono al computer di percepire e interagire con il mondo tridimensionale ed essere sensibile ad esso.
Ciò che contraddistingue il metaverso è l’interoperabilità totale, senza soluzione di continuità, tra mondi tridimensionali. L’assenza di tale caratteristica rende le attuali soluzioni commerciali e industriali ancora lontane dal concetto di metaverso espresso da Stephenson nel 1992. Secondo il docente, il multiverso (come insieme di metaversi interoperabili tra loro) possa rappresentare la futura forma predominante degli universi virtuali non potendo un unico metaverso fornire un’esperienza globale comune. Ciò a causa della variabilità della governance di internet e delle leggi nazionali, e dell’influenza che le regolamentazioni nazionali hanno sulle realtà e soprattutto sulla sovranità dei dati.
Il Prof. Vanorio si è anche soffermato sulle due principali componenti del metaverso, ossia l‘Internet delle Cose (Internet of Things, IoT) e i gemelli digitali (Digital Twin, DT). Secondo il docente, il metaverso può essere definito come la trasposizione tridimensionale dell’Internet delle cose dove gli oggetti fisici vengono rappresentati come gemelli digitali e utilizzati con dispositivi di differenti realtà, anche assistiti dall’intelligenza artificiale. L’intersezione che esiste tra Internet delle Cose e metaverso è rappresentata dai gemelli digitali, i loro comportamenti nel metaverso saranno identici a quelli del mondo reale.
Il metaverso militare rappresenta l’ambiente più interoperabile, grazie alla maggiore facilità di integrare gli ambienti, di utilizzare standard aperti (in quanto lo scambio di dati in tempo reale avviene con uno scopo comune). Ciò rende le applicazioni militari sperimentali come le più attrattive per l’industria.
La realtà quotidiana, infatti, è invece fortemente vincolata da condizioni in termini di privacy, copyright e sovranità dei dati che ostacolano lo sviluppo del metaverso e degli universi virtuali in generale. Il trattamento dei dati biometrici, ad esempio, richiede un’attenzione particolare in quanto essi sono considerati una categoria speciale di dati personali che necessita di un consenso esplicito (spesso carpito).
In conclusione, il docente ha offerto due prospettive di sviluppo attuale del metaverso inerenti il rapporto con le neuroscienze, e gli algoritmi ispirati a queste ultime. Vanorio ha ricordato diversi studi incentrati sulla trasposizione delle nostre interazioni quotidiane all’interno di un ambiente tecnologico che hanno osservato il comportamento dell’ippocampo nella combinazione tra neuroscienza e intelligenza artificiale sulla base di modelli di apprendimento per rinforzo. La seconda prospettiva offerta riguarda la considerazione del metaverso come di uno strumento di life gamification. Il metaverso, infatti, è una generazione di studi e ricerche che si ispira da diversi decenni allo sviluppo dei videogiochi inserendo gli aspetti più impegnativi delle esperienze di gioco per migliorare casi d’uso nella vita reale. Quindi il metaverso può essere considerato come veicolo per la società che consente di vivere ogni esperienza con maggiore immersività, emozione, ispirazione, aspirazione, progressione, socializzazione. In base a questa visione, stiamo entrando in una fase dove la chiave dell’innovazione tecnologica sarà la c.d. economia guidata dai creatori di giochi.