INTELLIGENCE, LUCIANO ROMITO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “FONDAMENTALE RICONOSCERE LA FIGURA DEL PERITO FORENSE PER LA SICUREZZA DEL PAESE E LA CERTEZZA DEL DIRITTO”.
Rende (11.2.2025) – L’importanza della Linguistica nei fatti di lingua è il titolo della lezione tenuta da Luciano Romito, professore di Glottologia e Linguistica all’Università della Calabria e coordinatore dell’Osservatorio sulla linguistica forense, nell’ambito del Master in Intelligence dell’ateneo calabrese, diretto da Mario Caligiuri.
Romito ha sviluppato la lezione seguendo il caso di Oscar Sanchez, cittadino spagnolo arrestato ed estradato in Italia nel 2011 con l’accusa di narcotraffico.
Al centro della sua vicenda, c’è la perizia disposta dal Tribunale di Napoli sulla voce anonima registrata nelle intercettazioni telefoniche: 67 conversazioni su 9 diverse sim card, tutte intestate a Sanchez.
La perizia attribuì la voce anonima a quella dell’imputato che venne condannato a 14 anni di reclusione, durante i quali denunciò di aver subito torture.
A novembre 2011, però, fu arrestato un uruguayano con l’accusa di essere un narcotrafficante al quale fu contestata la paternità della voce registrata nelle 67 telefonate attribuite a Sanchez.
Era evidente che si trattava di un errore giudiziario.
Romito ha riletto la relazione peritale soffermandosi sui problemi e gli errori che hanno portato alla condanna: il prelievo del saggio di voce di Sanchez; la scelta degli strumenti, le procedure adottate per l’analisi linguistica, percettiva e parametrica; le conclusioni a cui giunge il perito. La perizia non è oggettiva, ma falsata dal dato di partenza e quindi non risponde ad alcun criterio di scientificità.
Il docente ha puntualizzato che la conclusione di una perizia è fondata su procedure e dati, per cui sarà vera solo se i dati saranno veri e se le procedure saranno corrette.
In seguito fu disposta la scarcerazione di Sanchez: la voce delle telefonate non era la sua.
L’errore giudiziario era costato all’imputato 626 giorni di carcere mentre allo Stato italiano un cospicuo risarcimento.
Nessuno aveva messo in evidenza che il problema della perizia falsata non dipendeva dal metodo scientifico utilizzato, ma dall’assegnazione dell’incarico sulla fiducia, facendo quindi prevalere l’esperienza sulla competenza. Al contrario, l’esperienza deve essere fondata sulla competenza.
Romito ha rilevato altre criticità di quella vicenda: il diverso trattamento riservato dalle autorità (la riconoscenza di quelle spagnole per l’affermazione della giustizia nei confronti di Sanchez e l’indifferenza della stampa e della giustizia italiana), il compenso stabilito a vacazione dal Giudice competente (4 euro lordi all’ora) e l’impunità del precedente perito al quale non fu riconosciuta alcuna responsabilità.
In tema di errori giudiziari, la volontà politica, la creazione della figura professionale dell’esperto linguista in ambito forense e l’istituzione di un percorso formativo istituzionalizzato, possono portare ad evitarli. Inoltre la competenza garantisce una minore percentuale di errori giudiziari, l’esercizio della giustizia più veloce e un compenso economico adeguato al perito.
È stata poi esposta una possibile definizione di linguistica forense: «disciplina che attiene alla Linguistica Generale, in particolare alla Fonetica Sperimentale e alle scienze forensi in genere. Ha una propria autonomia sia metodologica sia procedurale e si occupa di ogni testo scritto, registrato o prodotto oralmente che sia in qualche modo coinvolto in un procedimento legale o in un contesto criminale. Pertanto, troverà applicazione nelle analisi linguistiche, dialettologiche e fonetiche; nella trascrizione, traduzione e interpretazione di registrazioni; nel miglioramento, filtraggio e digitalizzazione del segnale sonoro; nell’analisi dei rumori e nel restauro dei supporti» (Romito, 2023).
Secondo una stima Eurispes, le intercettazioni in Italia si aggirano intorno ai 181 milioni all’anno spalmate su 140 mila bersagli, dati che fanno rilevare l’assenza di una figura professionale specifica e di un percorso formativo.
Sono state poi elencate le iniziative intraprese per arrivare alla definizione del linguista forense, anticipata dall’istituzione presso l’Università della Calabria dell’Osservatorio nazionale sulla Linguistica Forense, di corsi per periti fonici trascrittori riservati ai non vedenti in quanto dotati di sensibilità acustica maggiormente sviluppata rispetto ai vedenti e di corsi gratuiti presso Camere Penali, Consiglio Nazionale Forense e Ordine dei Giornalisti.
Contemporaneamente, sono state redatte le linee guida elaborate su ciò che dovrebbe fare il trascrittore: trascrivere i segnali fonici in ambito forense, documentare la catena di custodia del reperto fonico e migliorare il segnale audio.
È stato poi riportato l’esito di un questionario somministrato ai trascrittori iscritti all’Albo dei Periti del Tribunale di Roma, il 38% del campione ha affermato di riascoltare il segnale audio fino a quando non “diventa” comprensibile, mentre invece «la trascrizione di un segnale sonoro intercettato non può essere un’opinione o un’interpretazione personale, ma deve tendere a essere la corretta, oggettiva e veritiera rappresentazione grafica della realtà sonora» (Romito, 2025).
Sono state poi affrontate le controversie del rapporto tra scienza e giurisprudenza: l’art. 221 c.p.p. prevede l’Albo dei Tribunali, piuttosto che un Albo Professionale dei trascrittori e dei linguisti forensi, per cui il requisito della competenza non è garantito in quanto l’iscrizione è possibile per chiunque.
Unica nota positiva, le novità introdotte dal d.l.19/2024, con la modifica dell’art. 67 disp. att. c.p.p. laddove dopo le parole «analisi e comparazione della grafia» è inserita «trascrizione» e l’istituzione della categoria dei trascrittori, ma non ancora delle specializzazioni.
Su questo, Romito ha auspicato il coinvolgimento delle associazioni scientifiche nella redazione delle norme in modo da prevedere la specializzazione nella trascrizione.
Il docente ha quindi terminato evidenziando che una ricerca, compiuta sui titoli di studio posseduti dai periti, ha rivelato un dato preoccupante: solo il 53% è laureato, peraltro in percorsi umanistici o di ingegneria.
In definitiva, Romito ha auspicato che a livello parlamentare venga al più presto riconosciuta la figura del perito forense, ricordando che l’Osservatorio sulla fonetica forense e la Società Italiana di Intelligence , insieme alle società scientifiche di scienze della voce e a numerosi atenei italiani, con la presenza del presidente dell’ANVUR, Antonio Uricchio, e del presidente del CUN, Paolo Pedone, hanno organizzato un convegno al Senato della Repubblica per portare il tema all’attenzione dell’opinione pubblica.