La Sfida di Joe Biden, contributo di Giuseppe Rao su SOCINT Press
La sfida di Joe Biden. Il ritorno della politica, dello Stato e delle alleanze internazionali. È questo il titolo del contributo di Giuseppe Rao, pubblicato sul portale SOCINT Press (qui il link al documento PDF).
La sfida di Joe Biden, i dettagli del contributo pubblicato da Giuseppe Rao
Siamo alla vigilia del G7 e di un intenso viaggio in Europa del Presidente Joe Biden. Questo contributo si propone di analizzare le significative innovazioni e le rotture con il passato introdotte dalla Casa Bianca.
Nel novembre 2020 Joe Biden, profondo conoscitore dell’arte della politica, dell’esercizio del potere e della gestione dello Stato viene eletto alla Casa Bianca. Il sistema istituzionale americano presenta due incognite: spesso i Presidenti sono privi di maggioranza in una delle due Camere e devono affrontare la trappola delle elezioni di medio termine, che li costringe ad una visione di breve periodo.
Biden stanzia 1.900 miliardi per mettere in sicurezza il Paese piegato dalla pandemia.
Il contesto internazionale
Il Presidente è consapevole che la vera sfida è rivolta verso la Cina. A questo fine propone un pacchetto di 2.300 miliardi per recuperare i ritardi del Paese nelle infrastrutture e in settori industriali strategici. Il piano che dovrebbe essere finanziato con aumento delle tasse a imprese e redditi dei cittadini facoltosi. Il progetto è quindi bloccato al Senato dove i Repubblicani si oppongono alla riforma fiscale; grazie ad un accordo bipartisan sono stati comunque stanziati circa 242 miliardi a favore di settori ad alta tecnologia. Numerosi commentatori osservano che, dopo anni di neoliberismo, siamo di fronte ad un ritorno dello Stato nell’economia.
Sul fronte internazionale Biden tenta, inoltre, di cementare l’alleanza con l’Europa, consapevole che l’Occidente ha commesso gravi errori che hanno favorito l’ascesa industriale e geopolitica della Cina, che è stata destinataria di trasferimenti tecnologici e a cui è stato concesso l’ingresso nel WTO a condizioni favorevoli. Contestualmente inizia una campagna di delegittimazione dell’avversario, accusato di violare i diritti umani in Xinjiang e a Hong Kong; Pechino replica che gli USA non possono dare lezioni in materia.
Biden non può ignorare che le economie dei maggiori Paesi sono interdipendenti; la Cina ha acquistato una parte significativa del debito americano; ed estrae e/o lavora una percentuale rilevante dei “minerali critici”.
Il Presidente si trova inoltre a dover fronteggiare l’espansionismo di Russia e Turchia e i problemi nel Medio Oriente e in Africa.
L’Italia – che ha assunto ruolo inedito di autorevolezza in Europa – è consapevole che un rafforzamento dell’alleanza atlantica, dopo il disimpegno di Donald Trump, è cruciale per recuperare un ruolo di primo piano nel Mediterraneo.
La strada davanti
Le insidie per l’Amministrazione Biden (e per l’Europa) sono, in particolare, lo scarso tempo a disposizione, le trappole istituzionali e politiche interne e i vantaggi accumulati dalla Cina in settori economici strategici e nel soft power esercitato sui Paesi in via di sviluppo.
Per raggiungere gli obiettivi di una convivenza pacifica e di stabilità nella comunità internazionale saranno dunque richiesti – a tutti i protagonisti – visione di lungo periodo; anni di duro lavoro; capacità negoziali; scelte interne dolorose e anche nervi ben saldi. Tutto ciò unito alla consapevolezza che viviamo in un mondo multilaterale in cui tutti i popoli rivendicano maggiore equità nella distribuzione del benessere e dei diritti sociali.
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