L’imprevedibilità degli eventi e il potere dei simboli
All’indomani dell’attentato a Trump, Mario Caligiuri – intervistato da Francesco De Remigis, il Giornale – pone l’accento su come i Servizi non possano prevedere ogni minaccia. La causa? E’ tra le maglie della politica, una lettura che rovescia la narrativa comune.
L’efficacia dell’Intelligence è un indicatore della salute del sistema politico, mentre i comizi, al pari dei media, rappresentano una zona grigia dove non tutto è controllabile. Ciò evidenzia la tensione tra sicurezza e apertura democratica, dilemma delle società moderne.
All’indomani dell’attentato a Trump, Mario Caligiuri – presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria – mette in evidenza come i Servizi non possano prevedere ogni minaccia.
Gli scatti, che ritraggono gli istanti salienti del tentato assassinio all’ex presidente – a partire dal proiettile in volo immortalato da Doug Mills – documentano un evento trasformandolo in simbolo. Quelle immagini non solo mostrano l’imprevedibilità di alcuni accadimenti e la difficoltà – se non l’impossibilità – dei Servizi di anticiparli, ma sottolineano come, con la loro forza, possano plasmare l’opinione pubblica e influenzare le dinamiche di potere, spostando il centro di gravità dalla vulnerabilità all’eroismo, stati mentali che si prestano a essere manipolati e sfruttati politicamente.
Non a caso, Caligiuri si sofferma sul ruolo dei media, sulla facoltà di informare ma anche di disinformare e destabilizzare. E cita un libro, Stati nervosi di William Davies (Einaudi, 2019), secondo cui, “oggi, il conflitto si è insinuato nella vita quotidiana […] ed è sempre piú complesso specificare che cosa […] sia dialogo pacifico e che cosa conflitto. È nello spazio incerto tra il corpo e la mente, tra la guerra e la pace, che si situano gli stati nervosi: individui e governi che vivono in un’allerta costante ed esasperata, confidando sempre di piú sull’emotività che sui fatti“.
Tutto ciò, per Caligiuri, richiede un ripensamento delle strategie di analisi e contrasto: “L’infosfera, creata dai social media, diventa un campo di battaglia cognitivo, dove la manipolazione delle percezioni può avere effetti reali”. Questo fenomeno erode il consenso sulla realtà, complica le previsioni basate su dati oggettivi e trasforma l’incertezza in un’arma strategica.“Rifletterei – precisa il docente – non sugli effetti e, dunque, sull’attacco a Trump , quanto piuttosto sul perché certe cose accadono. Le Intelligence dipendono dalla politica: è la politica che ha fallito. I Servizi non sono uno Stato nello Stato. Non credo al complotto”.
Un ambiente politico instabile – caratterizzato da una crescente polarizzazione e frammentazione – alimenta sfiducia e sospetto, complicando l’analisi Intelligence.
La crisi della democrazia americana – connotata da intolleranza e radicalizzazione – esacerba queste criticità, richiedendo un approccio sempre più sofisticato, multidisciplinare. La strumentalizzazione delle insicurezze e le speculazioni sulle vulnerabilità, attraverso la disinformazione, alimentano l’odio minando la coesione sociale. Questa tattica destabilizza internamente ed esternamente una nazione.
Altro aspetto rilevante è la diffusa presenza di armi tra la popolazione questione culturale che, oltre a sollevare riflessioni etiche e legali, rammenta che le sfide alla sicurezza pubblica hanno radici storiche.
Caligiuri menziona, inoltre, il vuoto digitale – che è anche vuoto concettuale – sintomo e manifestazione della fragilità dei più giovani. Il gap non è dunque solo tecnologico, ma generazionale, e richiede particolare attenzione.
In conclusione, le riflessioni di Mario Caligiuri offrono un quadro chiaro: occorre gestire le minacce fisiche, ma anche le percezioni pubbliche e le narrative politiche. L’intelligence del futuro dovrà, pertanto, operare sia nel dominio dell’informazione sia in quello della formazione della realtà percepita. Questo richiederà un approccio interdisciplinare che integri metodi tradizionali e nuove tecnologie preservando la capacità di discernere e agire , sempre e comunque, sulla base di fatti oggettivi.