Mario Caligiuri (SOCINT): “Napoli, capitale del Sud e avamposto della cyber sicurezza marittima”
Infrastrutture critiche, protezione sovranazionale e collaborazione tra pubblico e privato i temi al centro del summit – promosso da ALILAURO Volaviamare Spa in collaborazione con ITWAY e RADIFLOW – che ha indagato opportunità e vulnerabilità della Blue Economy.
L’hub di ALILAURO Volaviamare Spa, Beverello di Napoli, ha ospitato il summit di esperti dal titolo La sicurezza delle infrastrutture critiche. Cybersecurity nella Blue Economy. L’incontro ha acceso i riflettori sulla cybersecurity applicata al comparto marittimo e portuale evidenziando l’importanza di una strategia integrata e collaborativa.
“La protezione delle infrastrutture da attacchi informatici – ha esordito Angelo Salice, manager cyber security e resiliency di ITWAY – è una questione di sicurezza nazionale, che va oltre la difesa dei dati. Un attacco informatico a un porto può paralizzare l’economia, mettere a rischio vite umane e causare danni ambientali incalcolabili. Per questo, è fondamentale adottare una strategia di difesa a 360 gradi, che coinvolga istituzioni, aziende e centri di ricerca, a livello nazionale e internazionale”.
La sicurezza informatica è, di fatto, una guerra asimmetrica, dove chi difende deve proteggere ogni punto possibile, mentre chi attacca necessita di un solo punto debole.“La resilienza,ovvero la capacità di resistere, adattarsi e risollevarsi dagli attacchi è – per Francesco Faenzi, deputy manager cyber security e resiliency di ITWAY -l’arma vincente“. Ma per raggiungere questo obiettivo “serve la collaborazione tra pubblico e privato, con le aziende che condividono informazioni e competenze con le istituzioni”.
Mario Esposito, regional sales engineering di RADIFLOW, passando dalla teoria alla pratica, ha offerto una dimostrazione di “come gli hacker attacchino le infrastrutture marittime e come le minacce possano essere identificate e neutralizzate”. E ha ribadito quanto “la collaborazione con partner specializzati sia essenziale per sensibilizzare le aziende e proteggerle dal cyberterrorismo”.
La scelta di Napoli, come sede dell’evento, non è casuale. Per Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT), la città, con la sua storia millenaria e la sua posizione strategica nel Mediterraneo, è simbolo di resilienza e capacità di rinascita. E il mare, “una grande ricchezza e una opportunità per il nostro Paese che, dall’Unità in poi, si è rivelato ‘a-marittimo’. Affrontare il problema della sicurezza portuale – ha aggiunto Caligiuri, che è anche direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria – è fondamentale per il futuro dell’Italia. Discutere di cybersecurity in un contesto come Napoli, centro storico e grande città europea, assume un significato maggiore, poiché è dal Sud che si possono ricostruire l’Italia e l’Europa”.
Per Valeria Fascione, assessore Ricerca, Innovazione e Start Up Regione Campania “la digitalizzazione e l’interconnessione delle infrastrutture marittime offrono enormi opportunità, ma anche grandi rischi. Le istituzioni devono lavorare fianco a fianco con le imprese, fornendo supporto finanziario e risorse per affrontare le sfide della cyber sicurezza”.
Nel concludere l’incontro, l’onorevole Salvatore Lauro, presidente di Volaviamare ha precisato che “l’immagine romantica dell’hacker solitario è ampiamente superata. Oggi, gli attacchi informatici sono orchestrati da organizzazioni criminali ben strutturate e finanziate. Per combattere questo nemico invisibile, è necessaria una sinergia tra pubblico, privato e università, che introduca tutte le risorse e le competenze disponibili”.
L’evento di Napoli ha quindi dimostrato che la cyber sicurezza marittima è una sfida complessa, ma non impossibile da vincere. Solo attraverso una strategia integrata e pienamente consapevole arriveremo a proteggere le nostre infrastrutture e a garantire un futuro sicuro al nostro mare e al nostro Paese.