Linguistica forense e Intelligence: interfaccia tra giustizia e università
Il convegno, tenutosi in Senato, ha riunito accademici, giuristi e rappresentanti del mondo dell’Intelligence per affrontare sfide e opportunità del settore, mettendo in luce l’importanza della disciplina come risorsa per la giustizia e la sicurezza nazionale.
Le intercettazioni: Intelligence e formazione del perito linguista. E’ questo il titolo del convegno ospitato, nella Sala ISMA del Senato della Repubblica, su iniziativa del senatore Maurizio Gasparri. L’evento ha riunito figure di spicco dell’accademia, del mondo giuridico e dell’Intelligence mettendo in luce il ruolo delle scienze linguistiche e della biometria vocale come strumenti d’indagine e garanzia di giustizia, affrontando le sfide poste dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale.
La linguistica forense, lo ricordiamo, è una disciplina che applica metodi e conoscenze linguistiche alle indagini giudiziarie, per identificare autori di testi anonimi, trascrivere e analizzare intercettazioni e persino riconoscere voci. Negli ultimi anni, con l’aumento dell’uso di tecnologie digitali e comunicazioni online, la linguistica forense è diventata una risorsa fondamentale per affrontare le sfide investigative.
Marina Benedetti, presidente della Società Italiana di Glottologia, ha aperto il convegno sottolineando l‘importanza di strumenti linguistici avanzati per il settore giudiziario. Benedetti ha precisato che l’accademia ha gli strumenti per soddisfare questa esigenza: il gruppo scientifico-disciplinare a cui fanno riferimento i linguisti, il 10/GLOT–01, di recente costituzione – come pure il settore all’interno di questo, la glottologia linguistica GLOT-01A – è volto a rafforzare il contributo delle scienze linguistiche, proponendo lo sviluppo di corsi specialistici in linguistica forense. La sua visione si incentra sulla necessità di integrare competenze linguistiche come fonetica, fonologia e sintassi, al fine di migliorare l’accuratezza delle trascrizioni e delle perizie linguistiche.
Barbara Gili Fivela, presidente dell’Associazione Italiana di Scienze della Voce, ha illustrato il ruolo multidisciplinare dell’Osservatorio di Linguistica Forense (OLF), evidenziando come l’analisi vocale possa fornire dettagli imprescindibili sull’identità del parlante. L’uso della biometria vocale, che collega tratti vocali a caratteristiche anatomiche e comportamentali, rappresenta una risorsa innovativa per l’identificazione forense. Gili Fivela ha posto l’accento sull’importanza di sviluppare competenze specialistiche in grado di affrontare la complessità dei dati audio utilizzati nelle indagini.
La parola è poi passata a Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Caligiuri, avviando la Tavola rotonda, ha affrontato il tema della collaborazione tra i poteri dello Stato e la necessità di protocolli di sicurezza informatica. Il docente ha rilevato le carenze della regolamentazione europea sull’IA e ha proposto un approccio regolatorio flessibile. Ha poi ribadito, fedele alla sua prospettiva, l’importanza dell’educazione come strumento di consapevolezza e tutela, mettendo in relazione l’Intelligence – intesa in primis come disciplina – con la formazione critica e la sicurezza nazionale.
Luciano Romito, coordinatore dell’Osservatorio di Linguistica Forense , ha focalizzato il suo intervento sugli errori di trascrizione e sull’assenza di una formazione adeguata per i trascrittori. Romito ha proposto l’istituzione di un albo professionale per garantire standard di qualità e l’elaborazione di criteri uniformi per la trascrizione. Un passo – considerato indispensabile e non più procrastinabile – per ridurre gli errori e migliorare l’affidabilità delle indagini giudiziarie, contribuendo a una maggiore accuratezza delle prove.
Paolo Pedone, presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), ha discusso i recenti sviluppi in ambito accademico, auspicando l’avvio di percorsi formativi che integrino linguistica, ingegneria e giurisprudenza. Pedone ha suggerito l’istituzione di master interministeriali come banco di prova per nuovi percorsi in linguistica forense, rispondendo così alle richieste di competenze trasversali per il settore.
Il giurista Fulvio Gigliotti, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), ha analizzato l’uso delle intercettazioni nei procedimenti disciplinari per magistrati, introducendo il tema della recente sentenza n.170/2023 della Corte costituzionale. Sentenza che amplia il concetto di intercettazione, includendo anche comunicazioni telematiche come i messaggi WhatsApp. Gigliotti ha sottolineato come le intercettazioni possano fungere da prove fondamentali per la valutazione della condotta dei magistrati, contribuendo a definire nuovi standard per l’uso di prove digitali nei procedimenti disciplinari.
Giuseppe Belcastro, vicepresidente della Camera Penale di Roma, ha presentato uno studio condotto sui trascrittori del Tribunale di Roma, rivelando lacune, tutt’altro che trascurabili, legate alla mancanza di formazione e alla soggettività nell’interpretazione dei dati audio. Belcastro ha proposto la creazione di un albo nazionale dei trascrittori e la definizione di criteri standard per garantire una maggiore obiettività e professionalità nel lavoro di trascrizione.
Nel concludere, Antonio Felice Uricchio presidente dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), ha ribadito l’importanza di percorsi accademici specifici per la formazione di periti linguisti, proponendo di integrare tecniche come la stilometria e l’analisi computazionale per migliorare l’analisi dei dati linguistici, creando una sinergia tra accademia e giustizia.
Il convegno ha messo in luce il ruolo crescente della linguistica forense come ponte tra giustizia, Intelligence e accademia, evidenziando la necessità di figure professionali qualificate e di una collaborazione interdisciplinare. Dai corsi di formazione alla standardizzazione delle pratiche, gli interventi hanno proposto soluzioni per migliorare l’efficienza investigativa e la tutela dei diritti. Misure che potrebbero concretizzarsi nel breve periodo, facendo della linguistica una risorsa per la giustizia e la sicurezza nazionale, in grado di rispondere pienamente alle sfide poste dall’era digitale.
E’ possibile rivedere/riascoltare l’evento al link https://www.radioradicale.it/scheda/743534.
Gli atti del convegno saranno pubblicati nella collana Intelligence e Comunicazione della casa editrice Rubbettino.