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Il Fuoco di Prometeo: dall’Olimpo al silicio

Il mito non muore mai, si trasforma. E mai come oggi quello di Prometeo riecheggia nella storia dell’uomo con inquietante attualità. Se il titano plasmò gli uomini dal fango, per poi donar loro fuoco e intelligenza – sottratti agli dei in un atto di ribellione – oggi siamo noi a vestire i panni di Prometeo. Nelle nostre mani non più il fango, ma il silicio; non più il fuoco dell’Olimpo, ma quello dell’intelligenza artificiale.

Ed è proprio per sondare questi aspetti che lUniversità della Calabria ha inaugurato un ciclo di seminari dal titolo Il Fuoco di Prometeo. Intelligence e Intelligenza Artificiale, all’interno del corso di laurea magistrale in Intelligence, Educazione e Sicurezza. L’iniziativa, sotto la guida di Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence UNICAL e presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) riconosce nella rivoluzione delle IA non una mera innovazione tecnologica, ma una trasformazione della società, un nuovo fuoco prometeico.

Il percorso – apertosi con gli interventi di Paolo Benanti della Pontificia Università Gregoriana, unico italiano nella commissione ONU sull’IA, e Gian Luca Foresti dell’Università di Udine, vede oggi, dalle 14 alle 16, il webinar di Domenico Talia, docente dell’Università della Calabria. Domani, dalle 11 alle 13, sarà invece la volta di Donato Malerba dell’Università di Bari, cui seguirà la testimonianza di Diego Ciulli di Google.

Come il fuoco di Prometeo, le intelligenze artificiali recano tanto il seme della creazione quanto quello della distruzione. La sfida che ci attende non risiede solo nella padronanza di questo strumento, ma nella consapevolezza con cui sapremo ripensare il nostro ruolo in un mondo dove l’intelligenza non è più prerogativa eslcuisva né degli dei né degli uomini.

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