Il Vaticano e l’Intelligence: una giornata di studi ha inaugurato la XIV edizione del MASTER in INTELLIGENCE dell’Università della Calabria
La XIV edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria è stata inaugurata con il convegno Il Vaticano e l’Intelligence. Osservatore osservato nella storia politica della Santa Sede. L’evento ha offerto una riflessione trasversale su un tema inedito, affrontato da studiosi ed esperti.
La giornata, aperta dai saluti delle autorità accademiche, è stata introdotta da Mario Caligiuri, direttore del Master e presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT). Nella sua relazione, Caligiuri ha delineato il percorso culturale che lega Intelligence e Vaticano, evidenziando come la rete informativa della Santa Sede rappresenti un unicum globale per capacità di osservazione e influenza.
Caligiuri, nel suo intervento ha citato due testi fondamentali che illustrano posizioni contrapposte: L’entità. La clamorosa scoperta del servizio segreto vaticano: intrighi, omicidi, complotti degli ultimi cinquecento anni di Eric Frattini (Fazi, 2008), che sostiene l’esistenza di un’organizzazione di Intelligence istituita nel 1566 da Papa Pio V per contrastare lo scisma inglese, e Spie in Vaticano. Spionaggio e complotti da Napoleone all’olocausto, di David Alvarez (Newton Compton, 2007) che al contrario evidenzia come il Vaticano non abbia saputo sfruttare appieno la sua straordinaria rete informativa. Il Vaticano rappresenta, infatti, un unicum storico e spirituale, con una rete informativa globale che intreccia storia della Chiesa, dell’Occidente e dell’intelligence in una sintesi unica e complessa.
Richiamando il Vangelo di Giovanni, “in principio era il Verbo”, il direttore del Master ha evidenziato come la parola sia il fondamento di una forma di Intelligence che permette di comprendere, connettere segnali deboli e sviluppare pensiero laterale. Ha poi ricordato esempi storici di utilizzo delle informazioni, come il racconto biblico degli esploratori inviati da Mosè nella Terra di Canaan, definendo l’Intelligence una necessità sociale per sopravvivere, decidere e difendersi dalla disinformazione.
Particolarmente interessante il legame tracciato tra l’origine delle università medievali e Servizi: questi luoghi di formazione, nati nel XII secolo, furono infatti centri privilegiati per il reclutamento di spie. In questo contesto, Venezia emerge come esempio storico di Stato che ha fatto della qualità delle informazioni il suo punto di forza, grazie ai suoi ambasciatori e all’efficace gestione delle fonti.
Il Vaticano è stato descritto come una straordinaria potenza informativa, il cui Archivio Apostolico (già Archivio Segreto) conserva documenti storici unici, dagli atti del processo ai Templari a quelli dello scisma anglicano. Il sapere è sempre stato centrale nella missione vaticana, a partire dall’evangelizzazione, forma di diffusione globale delle informazioni volta a garantire non solo la vita eterna, ma anche la sopravvivenza dell’istituzione stessa.
Dopo l’intervento introduttivo, il convegno si è articolato in una serie di contributi specialistici moderati dai docenti Luciano Romito e Francesco Leccese e coordinati da Liuva Capezzani, tutor del Master.
Giacomo Pacini, rcercatore Istituto Grossetano della Resistenza, ha presentato un’analisi basata sui documenti degli archivi italiani, concentrandosi sull’interazione tra il Vaticano e l’Intelligence nazionale durante la guerra fredda. Gianluca Falanga, ricercatore e saggista, ha illustrato i rapporti tra il Vaticano e la STASI, rivelando il monitoraggio della Chiesa cattolica da parte della DDR. Valeria Moroni, ricercatrice, ha esplorato il ruolo del Vaticano nei documenti della CIA, mentre Giovanni Fasanella, giornalista e documentarista, ha analizzato gli archivi britannici, evidenziando come la Santa Sede rappresentasse un ponte strategico tra Est e Ovest nel secondo dopoguerra.
Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta, ha esaminato il ruolo dell’episcopato italiano come sistema informativo parallelo, mentre Domenico Giani, già comandante della Gendarmeria Vaticana (2009-2019), ha offerto uno sguardo sulle operazioni di sicurezza sottolineando il ruolo della Gendarmeria nel proteggere non solo il Papa, ma anche l’integrità delle informazioni, in un contesto di crescenti minacce globali, e l’incolumità delle folle che il Santo Padre abitualmente incontra. Maria Antonietta Calabrò, partendo dal suo ultimo libro di recentissima pubblicazione – Il trono e l’Altare. Guerra in Vaticano: una storia inedita (Cantagalli, 2024) ha esplorato le lotte di potere all’interno del Vaticano durante i pontificati di Benedetto XVI e Francesco, svelando intrighi, scandali finanziari e l’influenza di denaro sporco che hanno quasi paralizzato la Chiesa. Calabrò ha precisato che l’influenza globale del Vaticano ha spesso contrastato gli interessi di potenze come USA, Cina, Russia e l’Unione Europea, dando luogo a episodi di spionaggio e tentativi di manipolare la governance vaticana. Gli scandali finanziari non sono casuali, ma parte di una strategia per influenzare la Chiesa, anche in vista della prossima elezione papale. che hanno coinvolto la Santa Sede in dinamiche di intelligence, con particolare attenzione agli scandali finanziari e alle operazioni diplomatiche.
Le conclusioni sono state affidate a tre interventi complementari: Roberto Regoli della Pontificia Università Gregoriana, in un contributo video ha presentato l’Intelligence pontificia come strumento di difesa e adattamento; Virgilio Ilari, presidente della Società Italiana di Storia Militare, ha brevemente esaminato le dinamiche di Intelligence nella storia militare italiana in relazione alla Santa Sede; infine, l’ambasciatore Sergio Vento ha discusso diffusamente il rapporto tra il Vaticano e le principali intelligence mondiali.
I contributi del convegno saranno raccolti in una pubblicazione scientifica e la registrazione dell’evento sarà presto disponibile su Radio Radicale.