Intelligence, Alessandro Rosina al Master dell’Università della Calabria: “Per la sicurezza nazionale è necessario un cambio di passo nelle politiche demografiche”.
Rende (27.3.2024) – “Demografia e Sicurezza nazionale” è il tema della lezione tenuta da Alessandro Rosina, dell’Università “Cattolica” di Milano, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Rosina ha esordito stabilendo che il tema della demografia, ovvero della scienza che studia in modo statico e dinamico i fenomeni riguardanti la popolazione umana, è caratterizzato dai concetti fondamentali di rischio e di futuro.
Il docente espone tre elementi per definire il significato di demografia.
In primo luogo la demografia è utile per capire il cambiamento in corso e su cui si deve rivolgere uno sguardo più ampio per affrontare le sfide del presente tenendo conto del passato. La demografia infatti aiuta a capire gli scenari futuri nel medio e lungo periodo, concentrandosi sulla gestione dell’incertezza e sull’importanza della fiducia.
In secondo luogo va sottolineata l’importanza di dotare le persone degli strumenti necessari per comprendere e gestire la complessità del mondo, inclusa la capacità di interpretare il rischio in modo adeguato. Al centro del cambiamento va considerato il ricambio generazionale, evidenziando che attualmente l’Italia è composta per il 23% da ultra sessantacinquenni e che nel 2050 la media supererà il 33%, determinando una crisi del “Sistema Paese”.
In terzo luogo la demografia si occupa dei temi centrali del nostro secolo riassunti nelle quattro “i”: invecchiamento, immigrazione, innovazione tecnologica e impatto ambientale.
Il docente ha poi messo in risalto le conseguenze dell’allungamento della vita sulla struttura demografica e sulla società, rilevando necessità di adattarsi ai cambiamenti demografici.
Il primo mutamento epocale si colloca nel periodo “Neolitico”, dove, a causa di una piccola glaciazione, l’uomo ha cambiato i suoi stili di vita, trasformandosi da raccoglitore a coltivatore e da cacciatore ad allevatore. L’uomo è stato pertanto costretto a essere consapevole del futuro, dovendo programmare la sua vita esposta al rischio, diventato il concetto centrale dell’uomo moderno.
Il docente ha infatti affermato che “il rischio è alla base del mondo contemporaneo, dove l’incertezza è la caratteristica determinante. Occorre allora saper gestire l’imprevisto come un’opportunità”.
Citando Seneca ripreso anche da Novalis, Rosina ha affermato che “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, ribadendo che il miglior marinaio è colui che conosce il vento e il modo in cui dare una direzione alla rotta da intraprendere.
L’uomo moderno, infatti, agisce per migliorare il mondo nel quale vive. Grazie all’evoluzione scientifica, collegata alla rivoluzione industriale e allo sviluppo demografico, c’è stato un ribaltamento della concezione dell’ambiente, che l’uomo sta cercando sempre di più di adattare alle proprie necessità.
Il docente ha poi esaminato il rapido aumento della popolazione mondiale, che è passata da un miliardo del XIX secolo ad oltre otto miliardi attuali, con proiezioni fino a undici miliardi entro la fine del secolo.
Ci si dovrà pertanto preparare all’aggiunta di altri tre miliardi di persone e a gestire le disparità demografiche nelle diverse regioni, come la crescente popolazione africana e il declino demografico europeo.
In particolare, l’Africa rivestirà un ruolo cruciale nel processo di crescita demografica globale, richiedendo uno sviluppo sostenibile per favorire la transizione demografica.
Rosina si è ulteriormente soffermato sull’impatto dei cambiamenti demografici sulla distribuzione geografica e generazionale della popolazione, con l’aumento degli anziani e la diminuzione dei giovani in tutto il mondo.
Agli inizi dell’Ottocento la speranza di vita era di 42 anni indipendentemente dal luogo ove si viveva, mentre oggi è di oltre 80 anni, con una mortalità infantile assai ridotta.
Ha quindi illustrato le conseguenze economiche e sociali di questi cambiamenti, con particolare attenzione alla situazione della Cina, che sta affrontando le sfide della politica del figlio unico e dell’invecchiamento della popolazione.
Il docente ha proposto delle soluzioni ai mutamenti, attuando politiche demografiche adeguate per affrontare le sfide del ventunesimo secolo, compreso il sostegno alla qualità della vita e l’integrazione sociale delle persone anziane, nonché la promozione di condizioni favorevoli per la scelta di avere figli.
Per Rosina, sarà importante sviluppare politiche sugli squilibri demografici, tra cui la promozione dell’invecchiamento attivo, l’investimento nelle nuove generazioni, l’esecuzione di soluzioni volte a mantenere un equilibrio tra la popolazione anziana e quella in età lavorativa, per garantire la sostenibilità economica e sociale nel lungo termine, soprattutto per il pagamento delle pensioni e l’erogazione dei servizi pubblici.
Il docente ha allora analizzato la situazione demografica italiana, caratterizzata da decenni di bassa natalità, che rischia di peggiorare ulteriormente se non si agisce con immediatezza.
Nella sua opinione, per affrontare adeguatamente tale centrale questione, è importante investire nella formazione e nell’integrazione dei giovani nel mercato del lavoro, nonché promuovere politiche che favoriscano la conciliazione tra lavoro e famiglia.
Citando l’esempio della Torre di Pisa, in cui si è agito per eliminare una situazione di pericolo trasformando l’edificio in un’opera d’arte unica al mondo, si dovrà intervenire con la medesima incisività per invertire la tendenza del calo demografico.
Per quanto riguarda l’immigrazione, si è sottolineata la necessità di passare dalla gestione emergenziale ad un’integrazione strutturale nell’economia e nella società, evidenziando i margini di miglioramento nell’occupazione femminile e giovanile.
Rosina ha proposto politiche orientate a consentire alle persone di lavorare più a lungo in condizioni adeguate, con l’importanza di adattare l’istruzione alle esigenze e alle sfide del mondo contemporaneo, in modo che i giovani possano diventare protagonisti attivi del cambiamento anziché passivi spettatori.
In tale quadro, è fondamentale comprendere l’impatto della tecnologia intesa come strumento di cambiamento.
Il docente ha infine concluso delineando le enormi implicazioni che la demografia riveste sulla sicurezza e sulla stabilità economica e sociale dell’Italia, ribadendo la necessità di rafforzare la base demografica attraverso politiche mirate alla crescita delle nascite e al miglioramento delle condizioni dei lavoratori e delle famiglie.