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Intelligence, strumento della democrazia

Negli ultimi anni, il dibattito sulla crisi della democrazia ha assunto un ruolo centrale nel panorama politico internazionale. Ma cosa si intende veramente con “crisi della democrazia”? E qual è il ruolo dell’Intelligence in questo contesto? Interrogativi al centro del seminario promosso dall’Università della Calabria, al Campus di Rende, nell’ambito delle attività culturali di Pedagogia dell’AntimafiaDipartimento di Culture, Educazione e Società.

UNICAL Campus sulle colline di Arcavacata,
frazione del comune di
Rende, area urbana di Cosenza

Rossana Adele Rossi, coordinatrice del corso di studio in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche, nel dare inizio ai lavori, ha parlato di “occasione per ampliare la comprensione sulla democrazia e sull’intelligencemetodo indispensabile per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. “Nel contesto democratico – ha affermato – essa assume un duplice ruolo: guida per i decisori politici e salvagente per i cittadini, garantendo diritti e sicurezza.

Sempre più spesso, infatti, assistiamo a situazioni in cui i principi fondamentali – rispetto dei diritti individuali, partecipazione politica e responsabilità dei governanti – sono minacciati o compromessi generando disaffezione verso le istituzioni, aumento dell’autoritarismo, corruzione diffusa ma anche erosione delle libertà civili.

Democrazia è “preservare la sovranità dei cittadini

Giancarlo Costabile, responsabile didattico della disciplina di Antimafia e promotore dell’evento, ha inquadrato l’intelligence “come approccio metodologico” volto a a fornire elementi sostanziali per distinguere la verità dalla menzogna e promuovere una cittadinanza consapevole e attiva attraverso la demistificazione delle argomentazioni incoerenti e la demolizione di falsi idoli. Un approccio, ha detto, fondamentale per l’educazione dei cittadini che devono essere in grado di collegare i saperi e utilizzarli come risorsa e occasione di emancipazione culturale“. Oggi l’intelligence è un dispositivo di difesa della democrazia cognitiva in mancanza della quale “rischiamo di diventare cittadini subalterni anziché cittadini sovrani”

Costabile, nell’introdurre Mario Caligiuri – presidente della Società Italiana di Intelligence nonché ordinario di Pedagogia e direttore del Master di Intelligence all’Unical – ha ricordato come, per merito suo “sia nata la Società italiana di intelligence. Gli studiosi che si dedicano, in maniera interdisciplinare e trasversale, a questo campo si sono uniti in un sodalizio scientifico motivati a ottenere il pieno riconoscimento accademico per la disciplina. La SOCINT sta guidando questa cordata che declina l’intelligence – e questa è una novità epistemologica – sotto il profilo umanistico e sociale. Non ci troviamo, quindi, all’interno del tradizionale ambito delle scienze investigative e della sicurezza, ma questo orizzonte ci restituisce questa parola nella sua densità, complessità e problematicità. Di questo genere di intelligence la democrazia ha un bisogno vitale”.

Il servizio che Gazzetta del Sud ha dedicato al seminario UNICAL e alla SOCINT

La democrazia, da sistema rappresentativo a procedura elettorale

Dal canto suo, Caligiuri ha parlato di democrazia in chiave ideologica – basata sulla “consapevolezza dei cittadini” e sulla “responsabilità delle élite” – evidenziando che la mancanza di cittadini informati e di élite responsabili può destrutturare la democrazia trasformandola, da sistema rappresentativo efficace, in semplice procedura elettorale. La crisi della democrazia “è principalmente una crisi della rappresentanza, testimoniata anche “dalla presenza di leader in età avanzata e non di rado con deficit della memoria”.

Caligiuri ha inoltre rimarcato come l’intelligence – capacità di discernere le informazioni rilevanti – sia fondamentale in una società dominata dalla disinformazione e dalla manipolazione dell’opinione pubblica. Il concetto di intelligence riguarda, infatti, non tanto e non solo la raccolta di informazioni, quanto piuttosto la capacità di analizzarle criticamente e contestualizzarle per prendere decisioni informate.

L’intelligence, in questa ottica, è quindi la chiave interpretativa più efficace per decodificare le sfide contemporanee, prima fra tutte l’incontro – e non lo scontro come spesso lo si definisce tra intelligenza umana e artificiale, “vero e proprio spill over che sta rivoluzionando il mondo e il modo in cui noi lo percepiamo e interagiamo con esso”.

In conclusione, Caligiuri ha ricordato che, nell’era ibrida, “investire nelle facoltà umane – soprattutto quelle meno, o per nulla, convenzionali e del tutto inesplorate dall’IA – serve anche a garantire vitalità alla democrazia e, dunque, a organizzare una società informata, consapevole, meritocratica e inclusiva.

La registrazione integrale del seminario, che trovate al link https://www.youtube.com/watch?v=RO8LRdsC488, approfondisce questi argomenti.

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