INTELLIGENCE, GIORGIO RAGUCCI AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “I SERVIZI DEVONO TUTELARE IL BENE SUPREMO DELLA SICUREZZA DELLO STATO PER COME PREVISTO DALLA LEGGE”.
Rende (20.1.2025) – Il segreto di Stato e le garanzie funzionali è il titolo della lezione tenuta da Giorgio Ragucci, già dirigente presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ed esperto di diritto penale, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Ragucci ha introdotto l’istituto del Segreto di Stato attraverso una necessaria premessa storica, accennando agli Arcana Imperii citati da Tacito e alla sua centralità nel governo della Serenissima Repubblica di Venezia per approdare infine ai tempi moderni.
Nell’Italia contemporanea tale istituto era regolamentato anche negli Stati preunitari e si è sviluppato successivamente all’interno dei Codici penali del Regno d’Italia fino all’omogeneo intervento avvenuto con i codici penale e di procedura penale promossi da Alfredo Rocco negli anni Trenta.
La codifica del Segreto politico-militare di epoca fascista risultava per alcuni versi stridente rispetto alla Costituzione repubblicana, facendo sorgere il dubbio che potesse trattarsi di uno sbarramento incostituzionale verso l’azione della magistratura.
Questa anomalia ha infatti portato alla sentenza n. 86 del 1977 della Corte costituzionale, pietra miliare che per la prima volta riconosce la “Sicurezza dello Stato” come interesse di assoluta preminenza, in quanto riguardante l’esistenza stessa della “Repubblica democratica”.
In tale quadro, riconduce la definizione pratica del Segreto al vertice dell’azione governativa, ovvero al Presidente del Consiglio dei ministri che è comunque sottoposto alla vigilanza del Parlamento.
Da questa storica sentenza discende dunque la legge 801/1977, che definisce il Segreto di Stato, ne regola gli ambiti e le modalità di apposizione e istituisce un apposito comitato parlamentare di controllo.
Il processo normativo è poi continuato con le leggi 124/2007 e 133/2012 che hanno provveduto al determinare un tempo del Segreto di Stato, dettagliandone ulteriormente le procedure di apposizione e conferma, aumentando inoltre i poteri del controllo parlamentare.
In definitiva, l’analisi giuridica fa emergere il Segreto di Stato come importante strumento della Repubblica per la tutela della collettività, la cui concezione non deve essere unicamente associata alle autocrazie, ma considerata espressione della salvaguardia dei cittadini.
Ragucci ha poi affrontato il tema delle garanzie funzionali, introdotte dalla legge 124/2007 e poi ampliate con leggi successive, per meglio tutelare e legittimare gli operatori del sistema d’intelligence nello svolgimento delle loro funzioni. Garanzie che nascono come principio giuridico per permettere al personale dei Servizi, nell’esclusivo esercizio dei compiti istituzionali, condotte previste dalla legge come reato.
Considerata la delicatezza e sensibilità di questo “scudo giuridico”, esso è stato dettagliatamente regolato dal legislatore: è prevista un’autorizzazione necessariamente preventiva, rilasciata dal Presidente del Consiglio o dall’Autorità delegata, soltanto per le fattispecie previste dalla legge 124/2007.
In nessun caso, infatti, sono possibili la lesione dei diritti della persona o azioni sovversive dell’ordine costituzionale.
Nonostante l’ambito d’applicazione sia stato ampliato nel tempo, sono rimasti invariati i principi: assoluta necessità, proporzionalità e applicazione all’interno di compiti istituzionali previsti.
Ragucci si è infine soffermato sull’importanza di non confondere l’istituto del Segreto di Stato, che tutela informazioni la cui diffusione potrebbe arrecare danni alla sicurezza delle istituzioni e ai cittadini, con la classifica di segretezza, attribuita invece alle informazioni in modo da regolarne la diffusione soltanto a chi, in possesso del necessario Nulla osta, ha la necessità di conoscerle.
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