Intelligence, Lifang Dong al Master dell’Università della Calabria:“Nuovo paradigma geopolitico: ‘coesistenza’ tra USA e Cina?”
Rende (30.4.2024) –“I Servizi di Intelligence Cinesi ai tempi della Nuova Via della Seta” è il titolo della lezione tenuta da Lifang Dong, fondatrice dello studio legale internazionale Dong & Partners e Presidente dell’associazione Silk Council al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Dong ha spiegato l’evoluzione del nuovo ruolo geopolitico della Cina, dell’organizzazione di sicurezza di Pechino, per poi analizzare le relazioni della Cina con gli Stati Uniti, l’Europa e l’Italia, ai tempi del conflitto Russo-Ucraino, della crisi in Medio Oriente e delle tensioni nell’Indo-Pacifico.
La docente ha sviluppato una panoramica in merito ai risultati di 46 anni di riforme e apertura della Cina sul piano economico, sociale e geopolitico internazionale, soffermandosi sulle tre fasi di evoluzione che coincidono con i presidenti Mao Zedong (1949-1976), protagonista della “lunga marcia”; Deng Xiaoping (1978-1992), che ha inaugurato nel 1978 la politica di apertura della Cina all’Occidente; Xi Jinping, presidente in carica dal 2012.
Dong ha sottolineato le due strategie di lungo termine della presidenza di Xi Jinping. Accanto al piano strategico del “Made in China 2025”, che mira a ristrutturare radicalmente l’industria da “fabbrica del mondo” a “potenza industriale competitiva e all’avanguardia”, c’è l’ambizioso progetto della “Nuova Via della Seta”, promossa nel 2013 e che, a oggi, vede più di 155 Paesi coinvolti, permettendo così, di collegare la Cina con l’Asia, il Medio Oriente, l’Africa, l’Europa e l’America Latina.
In concreto – ha sostenuto – chi aderisce alla “Nuova Via della Seta”, entra a far parte di un sistema di connessioni infrastrutturali, che facilitano il trasporto e la circolazione terrestre, marittima, aerea e digitale delle merci e delle persone.
L’interconnessione delle infrastrutture è la base per creare rapporti finanziari, incentivare gli investimenti, rafforzare relazioni culturali per accrescere il turismo e incrementare scambi commerciali e cooperazione.
Per la docente, ai tempi del Covid-19 il modello multilaterale win-win è stato esteso al supporto sanitario.
Dong è così passata a illustrare gli indirizzi politici ribaditi durante le plenarie di marzo: l’Assemblea nazionale del popolo e la Conferenza politica consultiva del popolo cinese, le cosiddette Due sessioni (liǎnghuì in cinese) che ogni anno rappresentano il momento apicale dell’attività parlamentare cinese.
La nuova politica di Pechino è basata su quattro principi, ribaditi nelle plenarie di primavera del 2022 e 2023: rafforzamento del mercato interno, per non dover essere dipendente solo dalle esportazioni; la resilienza è e l’autosufficienza tecnologica e l’autosufficienza scientifica, attraverso la realizzazione dei progetti “Nuova Via della Seta” e “China Standards 2035”, finalizzato a incentivare l’innovazione tecnologica; la crescita dell’eco-sostenibilità, per raggiungere il carbon free nel 2060 e, infine, la promozione del multilateralismo nelle relazioni internazionali, a partire dal conflitto Russo-Ucraino, dalla crisi in Medio Oriente e dalle tensioni nell’Indo-Pacifico.
Nelle Due sessioni più recente, il Partito comunista ha privilegiato il principio “nuove forze produttive di qualità” (Xin zhi sheng chanli), termine utilizzato dal presidente Xi, già nel settembre 2023, che fa riferimento alle tecnologie che promuovono e incentivano lo sviluppo cinese: intelligenze artificiali (AI), robotica, satelliti ed energie rinnovabili.
Dong ha poi enunciato gli obiettivi del 14° Piano quinquennale per lo sviluppo economico e sociale 2021-2025: stima di crescita del PIL cinese del 5% per il 2024 inferiore rispetto al 2023, che è stato del +5,2%, aumento delle spese annuali per il settore Ricerca -Sviluppo e Difesa, politica fiscale espansiva e politiche di sostegno a istruzione, sanità e occupazione, riduzione dell’esposizione dell’economia a rischi debitori e potenziamento della produzione di grano, abolizione delle restrizioni agli investimenti stranieri nel settore manifatturiero, rimozione delle restrizioni per gli stranieri, che desiderano lavorare, studiare e viaggiare in Cina ed accellerazione della ripresa dei voli internazionali.
Ha quindi ricostruito l’evoluzione dei servizi d’intelligence in Cina nell’età contemporanea. Con l’apertura al mondo, avviata da Deng Xiaoping, e la globalizzazione, il sistema d’intelligence ha sviluppato la raccolta informativa anche verso l’esterno.L’ascesa al potere di Xi Jinping ha introdotto una struttura più complessa e centralizzata di sicurezza nazionale, facente capo alla Central National Security Commission (CNSC), per preservare la stabilità politica, economica e sociale.
Nel sistema cinese lo Stato è direttamente controllato dal Partito Comunista, tanto che il Presidente cinese ed il Segretario Generale del Partito coincidono ora nella persona di Xi Jinping.
Oggi, per la Cina, la sicurezza nazionale riguarda non solo i campi tradizionali come l’integrità territoriale e la difesa da attacchi militari, ma anche altre aree quali l’immagine internazionale e la presentazione al mondo esterno.
I servizi di intelligence cinese hanno un approccio proattivo: coinvolgono la società civile sul fronte della sicurezza nazionale, utilizzando massicciamente le tecnologie “per la sorveglianza di massa” e adottando leggi per rafforzare il “sistema centralizzato e il controllo sulla circolazione dei dati”. In tale contesto rientra il “Grande firewall”, sistema che blocca i contenuti on line di dati sensibili, come, ad esempio, critiche al governo e contenuti pornografici. Inoltre, vengono implementate le “Smart cities”, attraverso progetti pilota che migliorano la qualità della vita della comunità attraverso applicazioni digitali.
Un esempio di utilizzo della tecnologia per il controllo sociale, ai fini di sicurezza, sono le telecamere per il riconoscimento facciale e l’utilizzo del “social credit system”, programma attraverso il quale il governo monitora e valuta il comportamento di individui e imprese attribuendo loro reputazione sociale da cui poi derivano premialità.
Dong ha successivamente illustrato la legislazione cinese in materia di sicurezza nazionale e intelligence.
La docente è poi passata alla disamina del nuovo scenario geopolitico ed economico ai tempi del conflitto Russo-Ucraino, della crisi in Medio Oriente e delle tensioni nell’Indo-Pacifico.
Quanto alle relazioni Cina–USA, la docente ha commentato che sotto l’amministrazione di Donald Trump e di Joe Biden, gli Stati Uniti hanno adottato politiche militari, economiche e tecnologiche, che mirano al contenimento della Cina, perchè è considerata una minaccia alla supremazia globale degli Stati Uniti.
Diversamente il presidente cinese Xi Jinping ha invitato Cina e USA ad assumersi congiuntamente le responsabilità che competono a due grandi potenze, coordinandosi e creando sinergia win-win per affrontare le attuali sfide globali.
In tal senso, a metà novembre 2023 a margine dell’APEC di San Francisco, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente americano Joe Biden hanno affrontato questioni strategiche, che determinano la direzione delle relazioni bilaterali, la pace e lo sviluppo nel mondo, tra cui l’economia, il commercio e l’agricoltura, il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale e la lotta contro il narcotraffico, con particolare riferimento al fentanyl.
Sul versante degli accordi bilaterali, i due presidenti hanno stabilito di promuovere e rafforzare dialogo e cooperazione iper quanto attiene i colloqui intergovernativi sulle AI e hanno concordato l’istituzione di un gruppo di lavoro sulla cooperazione nella lotta al narcotraffico.
Il 2 aprile 2024, Biden e Xi Jinping si sono nuovamente confrontati, nel corso di una telefonata, sulle questioni di geopolitica internazionale. Entrambi hanno ribadito la necessità di mantenere aperte le comunicazioni a livello diplomatico e militare. Sono state toccate anche questioni particolarmente spinose, da Taiwan alle restrizioni tecnologiche imposte dagli Stati Uniti, al conflitto Russo-Ucraino, alle tensioni nella penisola coreana e implicitamente alla crisi in Medio Oriente. Al termine della telefonata è stata annunciata la visita in Cina del Segretario di Stato americano, Antony Blinken, avvenuta nei giorni scorsi.
Dal 4 al 9 aprile, era stata invece la segretaria al Tesoro USA, Janet Yellen, a visitare Canton e Pechino e ad affrontare questioni quali la stabilità finanziaria, le misure di contrasto alla finanza illecita, il cambiamento climatico e il debito tra i Paesi in via di sviluppo.
Cina-USA sembrano pertanto intenzionate a evitare un aumento delle tensioni, sebbene appaia difficile trovare soluzioni condivise sulle questioni più calde.
Dong ha poi effettuato una disamina tra le relazioni Cina – Europa, rilevando che le discussioni al 24° vertice Cina-EU tenutosi il 7 dicembre 2023 a Pechino si sono incentrate sulle relazioni economiche e commerciali e sulle questioni internazionali, tra cui: il conflitto Russo-Ucraino, la guerra in Medio Oriente (ribadendo una soluzione fondata sulla coesistenza dei due Stati, Israele e Palestina), il cambiamento climatico e la salute, la ripresa del dialogo sui diritti umani e infine la preoccupazione per le crescenti tensioni nello stretto di Taiwan e nei mari della Cina orientale e meridionale.
Altro tema strategico, le relazioni commerciali tra Cina-Italia che hanno portato il nostro Paese ad essere il 4° in Europa sia per investimenti diretti cinesi (dopo Regno Unito, Germania e Paesi Bassi) sia sul fronte delle esportazioni (dopo Germania, Olanda e Francia).
Ma l’Italia nel dicembre 2023 ha dichiarato l’uscita ufficiale dalla Nuova Via della Seta. Una posizione che Dong definisce ambigua: se da un lato il Bel Paese esprime il proprio allineamento al Patto Atlantico, d’altro coltiva il partenariato strategico con la Cina e fa business con il Paese del Dragone. Lo confermano la Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) e il Business Dialogue Forum Italia-Cina, tenutosi a Verona il 14-15 aprile 2024, alla presenza del Ministro degli Esteri Antonio Tajani e del Ministro del commercio cinese Wang Wentao e delle rispettive delegazioni commerciali. La Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM) è il principale strumento di cooperazione con la Cina in materia economica e commerciale ed è inclusa tra i meccanismi di dialogo del partenariato strategico globale istituito nel 2004 dal presidente Silvio Berlusconi; mentre il Business Dialogue Forum Italia-Cina si propone di offrire uno spazio di dialogo e cooperazione economica in settori prioritari, tra cui agritech, e-commerce, investimenti, farmaceutico e biomedicale.
Previste, inoltre, nel corso dell’anno le visite ufficiali in Cina del Presidente Sergio Mattarella e della Premier Giorgia Meloni.
Nel frattempo, il Governo Meloni sta sondando opportunità sia per stringere accordi strategici e commerciali con Taiwan, Giappone, Regno Unito ed India e sia per rafforzare l’influenza dell’Italia nell’Indo-Pacifico e in Africa, anche con il piano strategico Mattei.
Indubbiamente la presidenza tricolore del G7 costituirà una grande chance per l’Italia che siederà al tavolo con Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e, insieme all’Unione Europea, affronterà i temi legati alle sfide globali: conflitto Russo-Ucraino, crisi in Medio Oriente, migrazioni clandestine dall’Africa, tensioni nell’Indo-Pacifico, sicurezza alimentare ed energetica, cambiamento climatico, intelligenza artificiale, sicurezza tecnologica, stabilità strategica e molto altro.
E’ evidente – per la docente – che l’Italia sta cercando una posizione strategica in Europa, Africa e Asia – in questo nuovo scenario multipolare – pur ribadendo il suo allineamento alla NATO.
In conclusione, per Dong, la supremazia globale rivendicata dagli Stati Uniti dal secondo dopo guerra è in crisi e la Cina si sta confermando la superpotenza rivale nel nuovo ordine mondiale che si sta delineando.
È necessario forgiare un nuovo paradigma geopolitico, adeguato al sempre più competitivo scenario internazionale.
Gli Stati Uniti non possono affrontare contemporaneamente le tensioni geopolitiche scoppiate nel cuore dell’Europa tra Russia-Ucraina, in Medio Oriente tra Israele-Iran, nell’Indo-Pacifico tra Cina e Taiwan e tra le due Coree, poiché le risorse sono limitate e cresce il malcontento socio-economico negli Stati Uniti. Nei prossimi dieci anni, questi ultimi dovranno perciò disimpegnarsi dal Medio Oriente, trasferire all’Europa gli oneri della propria difesa e promuovere una coesistenza competitiva con la Cina al fine di assicurare alla comunità internazionale un futuro di pace, stabile e prospero.