Intelligence, Luigi Fiorentino al Master dell’Università della Calabria: “Il rapporto tra intelligence e Pubblica Amministrazione è una nuova e indispensabile pista di ricerca”.
Rende (9.3.2023) – “Intelligence e Pubblica Amministrazione: una pista nuova tra analisi e ricerca”, è il tema della lezione tenuta da Luigi Fiorentino, Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Fiorentino ha introdotto la sua visione di amministrazione pubblica, sostenendo che “l’Amministrazione Pubblica deve essere intesa come una infrastruttura nazionale al servizio del paese”. In tale prospettiva, il sistema amministrativo deve essere considerato infrastruttura di interesse nazionale. Pertanto, le varie coalizioni presenti in Parlamento dovrebbero auspicabilmenteconvergere, come accade ad esempio in politica estera, sulle politiche per l’amministrazione. Per fare ciò bisogna superare una visione di parte e costruire, invece, una visione dell’amministrazione pubblica che sia la più efficiente e funzionale possibile e risponda all’interesse del paese.
Il docente si è poi soffermato sulla complessità della nozione di “sistema amministrativo”, dovuta alla presenza di più attori coinvolti. Non solo le amministrazioni centrali ma tutte le loro ramificazioni periferiche, le regioni, gli enti locali, le agenzie e le autorità indipendenti. Un sistema amministrativo che è ormai europeo e, per certi versi, globale.
Il docente ha poi richiamato il concetto di “multi-level governance”, atteso che sono rari i procedimenti amministrativi gestiti da un unico livello della pubblica amministrazione e vi sono sempre più procedimenti che coinvolgono amministrazioniposte a diversi livelli di governo. Da qui, l’esigenza preminente di sollecitare una cooperazione istituzionale tra tutti i soggetti coinvolti, affinché l’organizzazione e le procedure siano ricondotte ad unità e siano integrate per raggiungere un risultato comune. Si tratta di una esigenza assolutamente preminente al fine di favorire un raccordo semplificato tra i vari soggetti coinvolti.
Vanno, pertanto, costruiti meccanismi sincronici per fare dialogare tutti gli attori e puntare, in tal modo, su un modello gestionale efficiente, che garantisca un rapido risultato finale.
Il sistema amministrativo produce una quantità importante di dati ed informazioni che possono essere utili per attività di analisi, anche in chiave predittiva.
In questo contesto, Fiorentino ha poi evidenziato, un’esigenza di raccordo tra le strutture di intelligence e il sistema amministrativoche è stata positivamente affrontata dal legislatore con l’emanazione della legge 3 agosto 2007 n.124 e dalle modifiche successive.
In particolare, l’articolo 13 della legge 124/2007, prevede che il DIS, l’AISE e l’AISI possono corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con i soggetti che erogano servizi di pubblica utilità e chiederne la collaborazione, anche di ordine logistico,necessaria per l’adempimento delle loro funzioni istituzionali. In tale ottica assume un ruolo centrale il DIS, data la sua funzione di raccordo e di coordinamento tra gli apparati di intelligence e il sistema amministrativo nel suo complesso.
Inoltre, ha proseguito il docente, le agenzie non sono delle monadi. Il DIS, infatti, assicura la piena unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, coordinando tutti i soggetti appartenenti alle agenzie.
Il docente si è poi soffermato sulla necessità che vi sia un flusso informativo sempre costante, nonché l’esigenza di garantire la riservatezza delle comunicazioni nella trasmissione delle informazioni. In tale prospettiva ha quindi ricordato laclassificazione delle informazioni: segretissimo, segreto, riservatissimo, riservato, con un richiamo all’articolo 9 della legge 124/2007.
Per garantire un costante raccordo tra gli organismi di informazione e sicurezza e le pubbliche amministrazioni, l’analisi evolutiva del settore pubblico è molto importante.
Leggere tempestivamente l’evoluzione delle strutture, capirne debolezze e vulnerabilità, può costituire, infatti, importantemateria di analisi, in chiave preselettiva.
In tale prospettiva, va peraltro considerato il tema dell’evoluzione delle strutture pubbliche in termini di invecchiamento, formazione e impatto delle tecnologie. Oggi le organizzazioni pubbliche, ha commentato, sono antiquate, poiché ricalcano modelli organizzativi ottocenteschi. Sono fuori dal tempo e non si conciliano con i nuovi paradigmi tecnologici.
Le strutture statiche vanno superate. Bisognerebbe lavorare verso gruppi professionali organizzati, concentrati intorno ad obiettivi certi. Servono gruppi di lavoro, persone iper-professionalizzate, occorrono manager che compongono e ricompongono questi pool,rimodellando le organizzazioni secondo gli obiettivi.
Dobbiamo costruire delle organizzazioni che guardano al futuro,che vadano oltre il governo del momento, poiché irrobustire leistituzioni è un interesse nazionale. Per affrontare queste sfide e superarle, disponiamo di una occasione, forse irripetibile, rappresentata dal PNRR.
Fiorentino ha quindi introdotto la nozione di interesse nazionale.Secondo la sua opinione, l’interesse nazionale deve essere caratterizzato da un orizzonte di medio e lungo periodo, andandooltre una visione contingente. Inoltre, deve essere legata ad una visione di sviluppo industriale, tecnologico di relazioni internazionali.
Il docente si è poi soffermato sull’importanza che, in tema di interesse nazionale, assume lo strumento della Golden Power, la cui materia è stata organicamente riscritta con il decreto-legge n. 21/12 e successive modifiche ed integrazione, ricordando anche il caso Tim-Vivendi del 2016. Oggi, l’assetto complessivo della legge sulla Golden Power consente di difendere l’interesse nazionale economico, per evitare una dipendenza strategica da altri Paesi. Dal 2016 ad oggi sono mutati gli ambiti di intervento e anche la consapevolezza dello strumento negli attori economici ed istituzionali.
In linea con i contenuti offerti dal Master, ha evidenziato l’importanza della diffusione della cultura della sicurezza e dell’intelligence all’interno delle pubbliche amministrazioni, da attuarsi tramite processi formativi mirati, necessari affinché sia sviluppato un maggior livello di consapevolezza sul ruolo predittivo che l’intelligence rivesta e rivestirà nell’affrontare le sfide del futuro.
Un ulteriore aspetto è quello dell’intelligenza artificiale e in che modo essa impatterà sulle amministrazioni. In tale prospettiva, va affrontato il tema delle esternalizzazioni nell’acquisizione da parte delle amministrazioni di servizi strategici. Occorre fare in modo che il controllo delle informazioni e dei dati rimanga all’interno del sistema pubblico, affinché le amministrazioni non siano dipendenti da soggetti privati, né tanto meno da soggetti privati di altri paesi. Questo è uno tra gli scenari più importanti e delicati che le istituzioni devono monitorare.
Infine, il docente ha terminato la propria relazione con un riferimento ad una problematica che merita di essere analizzata in chiave prospettica ed affrontata in maniera organica dal governo: ilivelli di apprendimento sempre più bassi di molti nostri alunni.
Come dimostrano gli annuali risultati dei test INVALSI, i dati sono allarmanti, in termini, ad esempio, di capacità di comprensione del testo. Avere generazioni di studenti poco preparate può aprire la strada ad un indebolimento collettivo della società, soprattutto in termini di capacità di comprendere i processi in atto, e quindi dell’intero sistema pubblico e della solidità della Nazione.
Comunicato stampa trasmesso dalla Direzione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.
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