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INTELLIGENCE, STEFANO DAMBRUOSO AL MASTER DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA: “IL 2015 ANNO DI SVOLTA IN ITALIA PER LA LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE”.

Rende (27.1.2025) – La deradicalizzazione: il quadro giuridico è il titolo della lezione tenuta da Stefano Dambruoso, magistrato ed esperto di antiterrorismo, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.

Dambruoso ha tenuto una lezione sui cambiamenti nella lotta al terrorismo introdotti in Italia dal decreto legge 18 febbraio 2015 n.7 (poi convertito in legge 17 aprile 2015 n. 43), presentando anche alcune esperienze di deradicalizzazione realizzate all’estero.

Stefano Dambruoso

La lotta al terrorismo internazionale ha subito una svolta decisiva nel 2014, portando anche l’Italia ad adeguare il suo sistema normativo nel 2015.

Questo fenomeno, inizialmente legato agli eventi del 2001, era considerato principalmente connesso all’Afghanistan.

Gli attentati del 2004 a Madrid (11-M) e del 2005 a Londra hanno invece dimostrato che la minaccia poteva provenire non solo dall’esterno, ma anche da persone nate e cresciute nei Paesi colpiti, inclusi, nel caso britannico, gli immigrati di seconda generazione.

E’ quindi emersa la necessità di una risposta coordinata a livello nazionale ed internazionale.

Dal 2011, le Primavere Arabe hanno dato vita a un profondo cambiamento politico nel Nord Africa, portando anche all’indebolimento di regimi consolidati in altri paesi del Medio Oriente, come la Siria.

La ritirata americana dall’Iraq ha permesso a gruppi criminali di sfruttare il pretesto religioso per rafforzare il controllo su parte del territorio, fino ad arrivare alla nascita dello Stato Islamico e a una diffusione di nuovi mezzi per la propagazione di ideologie e terrorismo.

Il web, precedentemente visto come una forma di espressione democratica, è repentinamente diventato uno strumento chiave per la propaganda e il reclutamento dello Stato Islamico, creando nuove sfide per le forze dell’ordine.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza hanno adottato la Risoluzione 2178 (2014), recepita prima dall’Unione Europea e successivamente dall’Italia con il decreto legge 18 febbraio 2015 n.7, poche settimane dopo l’attentato alla sede del giornale satirico parigino di Charlie Hebdo, avvenuto il 7 gennaio 2015.

Il decreto ha introdotto nuove disposizioni che colpiscono non solo chi organizza viaggi verso i territori dell’ex Stato Islamico, ma anche chi manifesta adesione ideologica o utilizza il web per preparare atti terroristici.

Con la caduta dell’autoproclamato califfato, al fenomeno delle partenze verso lo Stato Islamico, si è contrapposto il rientro dei foreign fighters nei paesi d’origine: una minaccia per la sicurezza nazionale che ha reso essenziale la creazione di programmi di deradicalizzazione.

Tuttora attivi in diversi paesi, questi programmi – pur differenziandosi nelle modalità operative – condividono l’obiettivo di reintegrare nella società gli individui che hanno abbracciato ideologie estremiste.

Un modello significativo è quello dell’Arabia Saudita, dove il programma – supportato da ingenti finanziamenti e strutture all’avanguardia – si basa su counseling, riabilitazione in centri specializzati e successiva reintegrazione assistita nel contesto sociale.

Guardando al futuro, l’evoluzione del terrorismo richiederà alle istituzioni risposte rapide ed efficaci.

L’Intelligence gioca un ruolo cruciale, operando con maggiore flessibilità rispetto alle Forze di Polizia, ma sempre nei limiti della legge. Le informazioni raccolte sono verificate dalla Polizia giudiziaria e trasmesse al Pubblico Ministero per avviare indagini formali, garantendo così il valore delle prove in un sistema democratico.

La lezione si è conclusa con l’intervento di Francesco Conti, ricercatore e analista, che ha illustrato i principali progetti di deradicalizzazione in vigore nel mondo arabo, dove il fenomeno è particolarmente rilevante.

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