ApprofondimentoIn EvidenzaNotizie

Istruzione in Italia: prospettive, sfide e necessità per garantire un futuro al Paese

Presentato a Roma, alla Biblioteca Nazionale Centrale, il secondo Rapporto EURISPES sulla Scuola e l’Università (Giunti Scuola). Tra i relatori Mario Caligiuri, direttore dell’Osservatorio sull’educazione e sulle politiche educative di Eurispes e presidente della SOCINT.

La scuola è il futuro dell’Italia? A questa e a molte altre domande risponde il secondo Rapporto sulla Scuola e l’Università realizzato da Eurispes, pubblicato da Giunti Scuola e presentato alla Biblioteca Nazionale centrale di Roma. Il documento, offre uno sguardo approfondito sullo stato attuale e sulle sfide future del sistema educativo italiano. Attraverso un’indagine, condotta su 5mila insegnanti, Eurispes mette in luce le principali criticità e le aree di miglioramento, ponendo particolare attenzione alla visione e alle proposte di chi opera nel settore educativo. Tra i temi affrontati emergono le preoccupazioni legate alla carenza di risorse economiche, al sovraffollamento delle classi, all’abbandono scolastico e alla burocrazia che grava sugli insegnanti. Al contempo, il rapporto evidenzia la soddisfazione dei docenti per la libertà di insegnamento e per il feedback positivo dato dagli studenti. Inoltre, vengono presentate proposte per il futuro della scuola e dell’università, redatte da figure di spicco della società italiana. Si sottolinea l’importanza di investire nell’istruzione come pilastro fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese, in un contesto globale sempre più influenzato dall’innovazione tecnologica e dall’intelligenza artificiale. Il rapporto solleva anche il dibattito su questioni cruciali come la disuguaglianza sociale, la necessità di una riforma organica del sistema educativo e il ruolo dell’Italia nel contesto geopolitico internazionale e della società della conoscenza.

Speranze deluse, prospettive incerte

Gian Maria Fara, presidente di Eurispes e sociologo, introducendo l’evento ha richiamato alla memoria il primo Rapporto nazionale sulla Scuola, realizzato da Eurispes nel 2003: “Molte questioni, oggi ancora attuali e irrisolte, costituivano parte significativa del piano di ricerca e dell’indice di quel documento. Questioni come la dualità del sistema dell’istruzione e della formazione professionale o il difficile processo della ricerca scientifica, costretta a muoversi tra riforme lente – se non fallimentari – e una competitività carente. Allora ci chiedevamo se la mortalità e la dispersione scolastica fossero fenomeni imputabili alle caratteristiche strutturali del sistema e come questa coincidenza potesse trovare una spiegazione plausibile nella diversa efficacia dei sistemi scolastici regionali. Parlando del sistema dell’istruzione, si ha l’impressione di essersi lasciati alle spalle opere incompiute o troppo rapidamente accantonate. È difficile, infatti, trovare un settore come quello della Scuola in cui si sia manifestata con tanta insistenza la verve riformistica dei politici italiani. Delle numerose riforme o progetti di cambiamento – di cui gli studenti avrebbero dovuto beneficiare – spesso si lamentano gli insegnanti, termometro del sistema dell’istruzione nel nostro Paese. Non c’è discorso istituzionale che non ribadisca che la scuola è una priorità: lo dicono le istituzioni, la politica, i partiti”.

Mario Caligiuri, Gian Maria Fara, Andrea Chiaramonti

Ma esiste davvero una visione comune di quello che dovrebbe essere il sistema dell’istruzione nel nostro Paese? “Negli ultimi vent’anni – prosegue Fara – sono stati sistematicamente smontati progetti di riforma della Scuola, sopravvissuti solo pochi giorni alla caduta delle forze di governo che li avevano partoriti. Non sorprende, quindi, che anche oggi – e non solo perché ne ricorre il centenario – dobbiamo fare i conti con la Riforma Gentile, punto di riferimento essenziale. Questo significa valutare l’incidenza dell’onda lunga dei suoi effetti, riconoscerne innanzitutto la presenza, prendere in esame le ragioni che possono aver determinato il fallimento, più o meno parziale e doloroso, di molti tentativi di superarla. Dopo l’esperienza dell’emergenza sanitaria che ha colpito il pianeta, è legittimo attendersi novità e qualche soluzione in più. Pensiamo all’uso delle nuove tecnologie e all’impatto sulla didattica. Tuttavia, ci sono molte altre questioni altrettanto urgenti, che potremmo chiamare ‘vertenze di prospettiva’. E, dunque, la Scuola può ancora considerarsi una priorità nell’agenda nazionale? “La voce del PIL relativa all’istruzione – commenta Fara – si sta assottigliando progressivamente. Negli ultimi 25 anni, la spesa nazionale dedicata alla Scuola è passata dal 5,5 al 4%: un paradosso, dal momento che – almeno a parole – è definita la grande priorità del Paese. Proprio per questo, restiamo fiduciosi sul buon uso che dovrà essere fatto dei finanziamenti del PNRR, su cui l’Italia gioca una fetta della sua credibilità e delle sue prospettive di crescita. Le risorse ci sono, speriamo siano utilizzate al meglio. L’istruzione, più di qualsiasi altro asset, rappresenta oggi il futuro dell’Italia. Comprendere questo significherà avere lungimiranza nel governare i processi di cambiamento già in atto nel mondo della Scuola, dell’Università e, di conseguenza, negli strati più profondi della società e nelle economie che compongono la ricchezza del nostro Paese”.

Qual è la scuola del futuro?

Andrea Chiaramonti, amministratore delegato di Giunti Scuola – editore che ha pubblicato il Rapporto, in coincidenza con il centenario della Riforma Gentile e a ventiquattro anni dalla Riforma Berlinguer – ha ribadito l’importanza di “libri scolastici privi di errori per garantire un futuro migliore ai giovani studenti italiani”. Collaborando con Eurispes, l’editore si impegna anche ad agire direttamente, coinvolgendo le famiglie attraverso webinar informativi. Chiaramonti ha messo in guardia “dal pericolo di considerare la scuola come un costo economico anziché un valore sociale”, rimarcando la “necessità di una responsabilità politica strategica per cambiare il corso degli eventi: Senza azioni concrete, il quadro educativo italiano rischia di rimanere immutato“.

Come nasce e dove vuole arrivare il Rapporto

Mario Caligiuri, direttore dell’Osservatorio sull’educazione e sulle politiche educative di Eurispes, professore ordinario all’Università della Calabria e presidente della Società Italiana di Intelligence, chiarisce: Il tema dell’educazione non è uno tra i tanti e non può essere sottovalutato. Nella società della conoscenza rappresenta il settore del progresso e dell’innovazione, motivo per cui l’educazione dovrebbe venire prima dell’economia. Tuttavia, i Parlamenti tendono a concentrarsi sull’economia piuttosto che sull’istruzione, perché la prima offre risultati immediati, mentre la seconda produce benefici a lungo termine.  In tale prospettiva, Eurispes – attraverso l’Osservatorio sulle Politiche educative – ha dato vita a questo Rapporto nell’intento di porre l’educazione al centro del dibattito istituzionale, politico e culturale del nostro Paese. Oggi l’educazione rappresenta una necessità sociale: di fronte a ogni problema che si manifesta, la risposta è ‘più educazione’. Si tratta, però, di un’invocazione retorica, poiché si trascurano due aspetti sostanziali: Scuola e Università non rappresentano più la soluzione, sono parte del problema. Inoltre, le conseguenze educative producono risultati visibili decenni più tardi. Importante, quindi, riconoscere i fenomeni allo stato nascente, individuando i segnali deboli che determinano le evoluzioni sociali. Stiamo assistendo a trasformazioni epocali, veri e propri salti di specie, e alcune questioni – le disuguaglianze, la diffusione della droga (in primis fentanyl e xilazina) e una Scuola basata sul merito richiedono attenzione immediata. Il confronto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale solleva questioni controverse, non ultima il potenziamento del cervello umano attraverso le tecnologie“.

Antonio Felice Uricchio e Mario Caligiuri

Perché, dunque, in Italia occorre investire in educazione? “Per una consapevolezza politica e culturale, poiché tutto discende dall’educazione – precisa Caligiuri -. L’Italia è destinata a un ruolo geopolitico sempre più rilevante nella società della conoscenza. Di conseguenza, delineare una pedagogia della nazione, volta a come il nostro Paese forma i cittadini e si presenta alla comunità e al mondo, potrebbe essere utile. È importante ricordare la necessità di prospettare una riforma organica, come quella proposta da Giovanni Gentile, anziché interventi minimali che hanno peggiorato sistematicamente il sistema dell’istruzione. Una riforma strutturale potrebbe porre le premesse per una maggiore valorizzazione del capitale umano, storico e sociale del nostro Paese, con indubbie ricadute sullo sviluppo economico, che deve essere la conseguenza e non la premessa del progresso delle comunità e delle persone”. Un’occasione di riflessione a tutto tondo, quindi, “a cominciare dagli scopi sociali dell’istruzione: ammortizzatore sociale e luogo di formazione di consumatori, oppure occasione di valorizzazione delle risorse e di mobilità sociale. Tutto ciò al fine di comprendere il presente per anticipare il futuro. Solo attraverso l’educazione si può migliorare il contesto sociale. E dare voce all’Italia che studia, lavora e ha fede nell’avvenire.

Scuola, campo di studio scientifico

Per Roberto Ricci, presidente di Invalsi Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, “La Scuola è un fenomeno complesso e contraddittorio: abbiamo l’obbligo di studiarlo con umiltà e il dovere di proporre soluzioni costruttive. La sfida sta nella disponibilità ad affrontare temi complessi, anche scomodi, sapendo che non esistono soluzioni ottimali: ogni scelta ha anche dei potenziali effetti negativi“. Ricci fa riferimento a “dati molto preoccupanti” riguardanti la dispersione scolastica – tradizionale, implicita e digitale – e si sofferma sull’equità del sistema scolastico, “che si gioca tanto in termini di opportunità, quanto soprattutto di qualità degli esiti raggiunti”. La vera inclusione si realizza “nel momento in cui si garantiscono a tutti, senza distinzioni, buoni livelli di apprendimento“. E ancora: “Non ha senso giudicare o avere ipotesi sulla Scuola senza farsi guidare dal dato. Così come non ha senso delegare al dato l’individuazione delle soluzioni“.

Irrigare il deserto

“La Riforma Gentile e la Riforma Berlinguer – suggerisce Antonio Felice Uricchio, presidente di Anvur Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca – sono state in grado di esplorare processi e offrire tempestivamente risposte. Oggi anche noi siamo chiamati a un grande scatto in avanti, in una fase storica di profondi cambiamenti. Soffriamo un decremento demografico che rischia, in tempi brevi, di mettere in crisi l’Università e la Scuola, Un altro profondo cambiamento è legato ai flussi migratori che vanno capiti e governati, anche attraverso la questione educativa. Il tema dell’identità culturale si coniuga con l’esigenza di accogliere coloro che vengono da Paesi lontani, di includerli”. Uricchio si sofferma poi sul concetto di desertificazione culturale e parafrasando C.S. Lewis afferma: “Compito del moderno educatore non è disboscare giungle, ma irrigare deserti”. Un pensiero più che mai attuale. Perché “irrigare il deserto” significa “avere visione” per scommettere sul futuro. Ma anche coraggio, per avventurarsi tra dune mutevoli. E fermezza, per ritrovare un pozzo laddove i più, narcotizzati dal sole, si lasciano guidare dai miraggi o dal canto della sabbia. Disseminazione di saperi, maturazione di un pensiero critico, stimolo alla conoscenza sono le leve che devono muovere l’educatore verso l’educando – e viceversa – innescando quello “stupore circolare” che, ha concluso Uricchio tocca sensibilità non estranee anche a contesti fortemente tecnologici o dominati dall’intelligenza artificiale. Sono certo che il nostro Paese sarà in grado di raccogliere la sfida e considerare l’istruzione il migliore investimento per il progresso della nazione“,

E’ possibile rivedere l’evento anche seguendo questo link https://www.radioradicale.it/scheda/720057/presentazione-del-2deg-rapporto-sulla-scuola-e-sulluniversita

 

About Author