Le radici del presente, DE GASPERI e l’INTELLIGENCE: come è stata ricostruita l’ITALIA
La XIII edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria ha preso il via con un convegno nazionale dedicato ad Alcide De Gasperi, promosso in occasione del settantesimo della morte dello statista democristiano, un “trentino prestato all’Italia” come egli stesso ebbe a definirsi.
La XIII edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria è stata inaugurata con un convegno nazionale dedicato alla figura di Alcide De Gasperi, in vista del settantesimo anniversario della sua morte. L’evento, promosso dal Dipartimento di Culture, Educazione e Società UNICAL, in collaborazione con Rubbettino Editore, Società Italiana di Intelligence e Formiche, ha rappresentato un’occasione per esplorare la figura di De Gasperi nella storia italiana, approfondendo l’inedito ruolo dell’intelligence.
I saluti istituzionali sono stati portati da Gianluigi Greco, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica UNICAL e coordinatore della Comitato di Governo sull’Intelligenza Artificiale; Luciano Romito, senatore accademico, componente del Comitato scientifico del Master in Intelligence e tra i più̀ importanti studiosi italiani di Linguistica forense; Domenico Talia, vicepresidente della Società Italiana d’Intelligence e componente del Comitato scientifico del Master in Intelligence; e Luigi Fiorentino, capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio.
Introducendo il convegno, Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria e presidente della Società Italiana di Intelligence, ha tratteggiato la figura di De Gasperi alla guida del Paese nel delicato periodo della ricostruzione, al termine del secondo conflitto mondiale, evidenziandone il contributo alla rinascita economica e alla stabilizzazione politica. Ha anche ricordato il ruolo che, nel corso degli otto governi consecutivi da lui guidati, lo statista democristiano ha avuto nel definire il futuro del Paese: rientrando in possesso dei territori nazionali, siglando il trattato di pace, abbracciando la scelta atlantica, aderendo alla NATO e creando le premesse dell’Unione Europea. “In una fase così strategica – ha puntualizzato Caligiuri – l’intelligence nazionale ed estera ha svolto ruoli significativi che, con questo convegno, comincia ad esplorare”.
Il compito di aprire la sessione mattutina è stato affidato a Giovanni Fasanella, giornalista e ricercatore, che ha illustrato la figura di De Gasperi sulla base dei documenti degli archivi dell’Intelligence Service britannica. Da questi è emerso che a Yalta si era già decisa la spartizione delle influenze con la Gran Bretagna chiamata svolgere un ruolo di supervisione e controllo sull’Italia. Fasanella ha ben chiarito che ciò avvenne per ragioni strategiche, legate al controllo del Mediterraneo, a tutela del ruolo di grande potenza globale e coloniale. Il primo grande atto di ribellione della nostra classe dirigente a queste impostazioni fu la fondazione dell’Eni proprio da parte del settimo governo De Gasperi. Grazie all’illuminata visione di Enrico Mattei l’Italia riuscì a penetrare in tutte quelle aree di Mediterraneo, Medio Oriente e Africa che erano colonie francesi e inglesi minando, alle fondamenta, il monopolio fino ad allora imposto
È seguito l’intervento di Giacomo Pacini, saggista e ricercatore, che ricordato come il dopoguerra sia stato uno spietato terreno di scontro tra nazioni amiche, portato avanti con mezzi non convenzionali e manovrato dalle diplomazie estere. Pacini ha analizzato dettagliatamente il ruolo della DC, all’epoca in cui De Gasperi era presidente del Consiglio, evidenziando l’emergere di una delle prime – e quasi sconosciute – strutture di intelligence, il MACI, organismo legato al modo cattolico che agiva con metodologie simili a quelle dei Servizi ben prima che i Servizi ufficiali italiani fossero riorganizzati.
La sessione pomeridiana si è aperta con l’intervento di Paolo Gheda, Università della Valle d’Aosta, incentrato sul ruolo di De Gasperi nella politica democristiana, in particolare sull’approccio alle funzioni dell’intelligence e alle strategie diplomatiche. Di rilievo le considerazioni sulle strutture di Intelligence degli Stati Uniti che avrebbero agito per condizionare la politica elettorale nella Democrazia cristiana nelle decisive elezioni del 1948. Gheda ha inquadrato De Gasperi sia nell’ottica dell’uomo, che ha fatto decollare il partito, sia in quella di abile diplomatico evidenziando che il vero momento di svolta nella parabola degasperiana fu l’assunzione del ministero degli Esteri che gli consentì di accreditarsi come principale interlocutore degli alleati e di essere considerato da loro figura affidabile, slegata dal passato fascista, inaugurando così una nuova stagione per lo Stato italiano.
L’appoggio degli Stati Uniti fu determinante nella campagna di promozione anticomunista, ha poi ricordato la ricercatrice e saggista Valeria Moroni che ha esplorato il tema di De Gasperi negli archivi della CIA, documentando la sua leadership politica nel periodo della ricostruzione. L’associazione De Gasperi-Stati Uniti-Servizi segreti è un automatismo poiché, per gli Stati Uniti, il nostro Paese rappresentava un obiettivo strategico di primaria importanza, sia per ragioni geopolitiche sia per destino geografico. Gli archivi della CIA conservano ampia memoria di questo percorso di ricostruzione e danno testimonianza sia del lavoro energico di De Gasperi, sia di quella speciale attenzione rivolta al nostro Paese, dovuta al fatto che il caso Italia rappresentava per gli Stati Uniti un aspetto rilevante della politica nazionale molto seguito dall’opinione pubblica.
Alessandro Giacone, Università “Alma Mater” di Bologna, ha invece analizzato l’interesse francese nella politica degasperiana nel contesto della ricostruzione. Da una serie di documenti inediti degli archivi dei Servizi segreti d’oltralpe, periodo 1944-1949, emerge l’attenzione con cui è stato monitorato il passaggio Monarchia-Repubblica. Sotto la copertura, prima dell’esercito francese e poi delle Commissioni alleate di controllo, gli informatori del Service de documentation extérieure et de contre-espionnage (SDECE) hanno seguito le attività del Servizio informazioni militare (SIM), mettendo in risalto alcuni passaggi delicati, come il referendum istituzionale del 1946 e le elezioni politiche del 1948. Ha infine concluso con un focus sulla missione Marras, ovvero la traferta a Washington del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale Efisio Marras, nel dicembre del’48, sotto la cui direzione fu costituita la rete italiana Stay behind, antesignana di Gladio.
L’intervento di Mimmo Franzinelli, storico e membro della Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini, ha concluso i lavori con un intervento sulla guerra dell’informazione. Franzinelli ha illustrato il caso di Giovannino Guareschi, condannato a dodici mesi di carcere per diffamazione in seguito alla pubblicazione di lettere apocrife di De Gasperi sul Candido nel 1954. Stando alle missive, De Gasperi avrebbe esortato gli angloamericani a bombardare Roma affinché il popolo insorgesse. Una vicenda che lo scosse profondamente, costringendolo a difendersi pubblicamente da un’accusa infamante e legata a fatti inesistenti. Fatti che testimoniano come la guerra dell’informazione rappresentasse, già all’epoca, una forma privilegiata di lotta politica e i Servizi non fossero estranei.
Nel chiudere i lavori, Mario Caligiuri ha ricordato che i contributi del convegno – insieme ad altri saggi già selezionati – saranno raccolti in un volume che verrà pubblicato nel 2024. Un contributo scientifico alla figura di De Gasperi, indagata sotto il profilo dell’intelligence negli anni cruciali del dopoguerra, che consentirà di ampliare la visione della storia dell’Italia contemporanea le cui radici affondano proprio in quel periodo.
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Si ringrazia la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi per la documentazione fotografica.