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Profondo Nord, ultima frontiera del potere

Ghiacci, terre rare e nuove rotte commerciali: l’Artico emerge come teatro delle sfide globali del XXI secolo. Non più solo una distesa polare, ma un crocevia dove si intrecciano interessi geopolitici, criminali e ambientali, ridisegnando gli equilibri di potere mondiali. In questo scenario complesso si inserisce l’analisi di Emanuela Somalvico, direttore dell’Osservatorio Artico della Società Italiana di Intelligence (SOCINT), organismo nato per studiare le dinamiche politiche e criminali del Polo Nord.

Somalvico presenterà a Fano, presso Passaggi Libri e Caffè, il suo libro Prospettiva Artico (ed. Fondazione Margherita Hack, 2024) in dialogo con il giornalista Giovanni Lani, fondatore dell’Urbino Award.

Il volume – con prefazione di Mario Caligiuri, presidente SOCINT e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria – getta una luce inedita sulla trasformazione dell’Artico, intrecciando tre dimensioni spesso affrontate separatamente: cambiamento climatico, intelligence e criminalità organizzata transnazionale. Mentre il disgelo apre nuove rotte commerciali, come la Northern Sea Route, sta anche creando corridoi imprevisti per le organizzazioni criminali. Emblematico il caso della Groenlandia, che – come evidenziato in una recente inchiesta del Fatto Quotidiano a firma di Giuseppe Pipitone – ospita il più grande giacimento mondiale di terre rare, minerali strategici per la rivoluzione digitale e verde, essenziali per smartphone, batterie di auto elettriche e tecnologie del futuro.

Il saggio di Somalvico – come pure il paper Current developments in Arctic Law curato dall’University of Lapland, l’Università della Lapponia – si distingue per l’approccio innovativo: invece di analizzare separatamente gli aspetti geopolitici e criminali, li riconduce a un’unica matrice, mettendo in luce come lo sviluppo infrastrutturale dell’Artico – dagli aeroporti in Groenlandia ai cantieri nel Canada settentrionale – stia attirando non solo investimenti legittimi, ma anche l’attenzione delle mafie globali.

Un nodo cruciale, secondo l’autrice, è la necessità di una “governance artica della sicurezza”, un modello di cooperazione internazionale che tenga conto della crescente minaccia criminale. In questo contesto, l’Italia, in qualità di osservatore permanente del Consiglio Artico, potrebbe giocare un ruolo chiave, mettendo a disposizione la sua esperienza nel contrasto alle mafie per prevenire infiltrazioni criminali nella regione. Una sfida strategica, perché il controllo dell’Artico non è solo una questione di confini, ma una partita decisiva per il futuro delle economie e delle tecnologie mondiali.

L’appuntamento è per oggi alle 18,30 presso Passaggi Libri e Caffè. Ingresso libero

Riproponiamo qui la presentazione del volume Prospettiva Artico al Centro Studi Americani

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