Case Study Ucraina, il lavoro di un’analista intelligence
Case Study Ucraina, un’analisi della commissione GEOINT. Dall’inizio di aprile si susseguono una serie di notizie circa movimenti militari russi al confine con l’Ucraina. Sembra che nella penisola di Crimea sia in corso il più grande ammassamento di truppe dal 2014, anno d’inizio della crisi. Alcuni analisti pensano che lo schieramento russo sia molto vasto. Cerchiamo di capire il perché di certe valutazioni e se risultati diversi siano possibili. Non siamo interessati alle ragioni della parti, ma semplicemente al processo che porta alla creazione di una valutazione intelligence.
Case Study Ucraina, la situazione
Il sito della rivista d’intelligence Janes segnala, fin dall’otto aprile, un ammassamento particolare di mezzi. Si parla di unità di fanteria leggera (paracadutisti), di unità meccanizzate e mezzi corazzati. Inoltre viene evidenziata la presenza di gruppi di artiglieria (2S19 MSTA-S da 152 mm) e missili balistici a corto raggio di tipo Iskander. In particolare, nello stesso articolo, si riportata la presenza di un sistema di comunicazione a lungo raggio P-260T Redut-2US. Tale sistema è generalmente impiegato a livello di Armata, ovvero nel momento in cui si schierano migliaia di uomini, per gestire le comunicazioni del livello operativo.
Secondo l’autore dell’articolo, Thomas Bullock, la presenza di questo sistema (individuato tramite immagini satellitari commerciali MAXAR) è indicativa del fatto che l’entità delle forze impiegate sia molto superiore a quanto visibile su fonti aperte. Per completare la situazione è riportata anche la presenza di unità navali russe al largo della Crimea. E’ noto che anche alcune delle navi minori della Federazione Russa possono imbarcare missili da crociera.
Perché ci interessa?
Molti analisti occidentali vedono in questi segnali un intento della Federazione Russa di intimidire l’Ucraina. Addirittura la minaccia di una vera e propria invasione militare. La Russia, dal canto suo, rivendica il diritto di condurre esercitazioni militari, all’interno dei suoi confini.
Possiamo usare questi dati e il citato articolo di Thomas Bullock, per calarci nei panni dell’analista intelligence e apprezzare quanto sia difficile il suo lavoro. Egli deve valutare le intenzioni di una paese tramite l’osservazione dei suoi movimenti militari. Secondo Bullock, le immagini satellitari mostrano la presenza di materiale per telecomunicazioni a grandi distanze. Il P-260T Redut-2US è usato per gestire le comunicazioni tra unità composte da centinaia di migliaia di uomini, schierate su spazi molto ampi. Secondo l’autore, si può concludere, che vi sia una vasta concentrazione di forze russe, indicativa di un dispositivo preparato per attaccare e spingersi in profondità.
Un’altra conclusione è possibile
Se potessimo mettere su una mappa tutti i tipi di unità segnalate vedremmo una grande concentrazione di sorgenti di fuoco di precisione a lunga distanza (Iskander, 2S19 MSTA, navi con missili da crociera). Questo rapporto illustra le Tecniche, Tattiche e Procedure (TTP) delle unità di artiglieria della Federazione Russa e la loro architettura. Viene descritto, in particolare, un sistema di gestione del supporto di fuoco, in grado di mettere in comunicazione tutte le sorgenti, dai missili balistici al fuoco navale. In base a questo rapporto, le unità militari russe si organizzano in piccoli gruppi di combattimento (della dimensione di un battaglione) supportate da unità che erogano fuoco a grandi distanze. Sia in contesti offensivi che difensivi, per evitare di spostare grandi masse su distanze difficili da coprire.
Quindi il sistema di comunicazione P-260T Redut-2US potrebbe essere indicativo della necessità di gestire i missili Iskander, le artiglierie semoventi ed i missili navali, contemporaneamente. Il Grande raggio d’azione, soprattutto dei missili Iskander, potrebbe non essere compatibile con gli apparati di comunicazione normalmente in dotazione agli operatori sul terreno. Questo potrebbe significare che la Federazione Russa non sta ammassando enormi quantità di truppe al confine, ma sta dimostrando di avere capacità (sia offensive che difensive) all’avanguardia in una certa zona. Quindi, geo-referendo le informazioni e correlando tipi diversi di dati, si possono dedurre anche indicatori qualitativi (come una capacità specifica), oltre che indicatori quantitativi.
Non sappiamo quale sia la situazione effettiva, né ci interessa scoprirlo. Si vuole semplicemente indurre il lettore a riflettere sulle difficoltà che può incontrare un’analista intelligence, sottolineando che, anche nel mondo delle informazioni, raramente esistono risposte semplici a problemi complessi.
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