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Intelligence nel Terzo Millennio, tra necessità sociale e rivoluzione tecnologica

L’analisi di Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence.

Il ruolo dell’Intelligence nell’era digitale. Questo il tema della lunga conversazione tra Enzo Argante, editorialista della piattaforma di informazione 000 Intelligence of Things, e Mario Caligiuri, presidente della SOCINT e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

“L’Intelligence – per Caligiuri- è oggi una necessità sociale: serve alle persone per difendersi dalla disinformazione, fenomeno nel quale siamo totalmente immersi. Serve, inoltre, ai dirigenti delle aziende che operano in un contesto di globalizzazione e ai decisori pubblici e politici per governare gli Stati e preservare benessere e sicurezza dei cittadini”.

A tal proposito, Caligiuri mette a fuoco il rapporto tra innovazione sociale e sicurezza tecnologica.

“Viviamo in un’epoca in cui le tecnologie dettano l’agenda del mondo, influenzando le trasformazioni sociali ed economiche. Siamo contemporaneamente presenti in tre mondi: fisico, virtuale e ibridato tra uomo e macchine. Secondo Kevin Kelly, studioso di cultura digitale, questa dimensione sarà inevitabile e comporterà una metamorfosi, uno spillover, proiettandoci in una dimensione diversa da quella sperimentata finora. La sfida principale sta nel comprendere il cambiamento che abbiamo di fronte, un compito reso ancor più arduo dalla mancanza di parole, concetti culturali e categorie mentali adeguate”.

Questa nuova realtà, spiega ancora il docente, richiede per poterla gestire “di una cultura specifica e di capitale umano opportunamente preparato”. Scuole e università stanno però formando professionisti destinati a ruoli in gran parte prossimi a scomparire, mettendo a rischio il futuro di molti giovani.

“L’Intelligenza Artificiale – chiarisce Caligiuri – sta già assumendo, con successo, mansioni umane strategiche, avviandoci a una vera e propria rivoluzione sociale. Scuola e Università hanno quindi grandi responsabilità poiché, come spiega il sociologo e filosofo Niklas Luhmann, ogni organizzazione è autoreferenziale, concentrata prima su se stessa e poi sul servizio che fornisce.  Questo rende difficile adattarsi ai cambiamenti vorticosi in atto. Cambiamenti significativi possono avvenire solo attraverso spinte esterne poiché quelle interne sono oggi del tutto inefficaci”.

Caligiuri, nel suo ruolo di presidente della Società Italiana di Intelligence, ricorda che “il termine Intelligence comprende tre ambiti distinti: un apparato dello Stato, noto come “Servizi Segreti”, un metodo di selezione delle informazioni e il complesso delle funzioni di questo metodo, che include la raccolta, l’analisi e l’utilizzo delle informazioni stesse“.

Queste attività, conclude, sono fondamentali per qualsiasi decisione poiché “ogni giorno, sistematicamente, ognuno di noi fa Intelligence: raccoglie, analizza e utilizza informazioni per determinare i suoi comportamenti”.

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