Prove INVALSI 2024, la fotografia dello stato dell’istruzione italiana illustrata alla Camera
Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore dell’Osservatorio sulle politiche educative EURISPES, sottolinea l’importanza di questi dati per orientare le politiche educative e riformare scuole e università: “L’Intelligence – ha ribadito – deve essere al centro in questo sforzo, coinvolgendo cittadini, imprese e stati in un progetto comune di crescita e sviluppo umano e sociale”.
Le Prove INVALSI 2024 – presentate alla Camera dal presidente dell’Istituto, Roberto Ricci, preceduto dall’intervento del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, offrono un quadro chiaro e dettagliato delle competenze degli studenti e delle studentesse italiani.
La rilevazione ha coinvolto oltre 12 mila istituti scolastici, statali e paritari, circa 2.500.000 discenti e ha portato alla somministrazione di oltre 2.400.000 prove cartacee (nella scuola elementare) e di circa 5.000.000 prove computerizzate (nella scuola media e superiore).
I risultati sono incoraggianti ma rivelano ancora significative zone d’ombra.
Scuola elementare: segnali di ripresa e persistenti disparità regionali
Nella scuola elementare, i risultati registrano una lieve ripresa nelle competenze matematiche degli studenti di seconda classe, con il 67% che raggiunge almeno il livello base, un miglioramento rispetto al 64% del 2023. Tuttavia, i risultati di italiano rimangono al 67%, leggermente inferiori rispetto agli anni precedenti.
Per la quinta classe, i risultati in italiano sono stabili con il 75% degli studenti che raggiunge il livello base. In matematica e inglese, si osserva una crescita significativa, con il 68% degli studenti che raggiunge almeno il livello base in matematica e il 95% che ottiene il livello A1 in lettura di inglese, un aumento rispetto all’87% del 2023. Tuttavia, persistono differenze marcate tra le regioni, con le scuole del Mezzogiorno che continuano a lottare per garantire pari opportunità.
Scuola media: stabilità e progressi in inglese
Per gli studenti di terza media, le prove INVALSI mostrano che il calo delle competenze in italiano e matematica, osservato tra il 2019 e il 2021, si è fermato ma non ancora invertito. Circa il 60% degli studenti raggiunge risultati adeguati in italiano, con un leggero calo rispetto al 2023. La matematica rimane stabile al 56%. Notevoli progressi si registrano in inglese, con l’82% degli studenti che raggiunge il livello A2 in lettura e il 68% in ascolto, in aumento rispetto agli anni precedenti.
Scuola superiore: miglioramenti significativi, ma persistenti divari
Gli studenti del secondo anno delle superiori mostrano una leggera crescita in matematica, con il 55% che raggiunge almeno il livello base, mentre in italiano il 62% degli studenti raggiunge il livello base, un dato in leggero calo rispetto agli anni passati. Nell’ultimo anno delle superiori, si osservano miglioramenti apprezzabili in tutte le discipline: il 56% raggiunge il livello base in italiano, il 52% in matematica e il 60% in inglese (livello B2 per istruzione tecnica e liceale).
Dispersione scolastica e divari regionali
Nonostante i progressi, le disuguaglianze restano. Le regioni meridionali mostrano livelli di apprendimento significativamente inferiori rispetto al Centro-Nord, evidenziando la necessità di politiche educative specifiche.
La dispersione scolastica, serio ostacolo all’inclusione sociale, ha visto una diminuzione significativa: 6,6% nel 2024, il valore più basso registrato dall’inizio della rilevazione. Ma in alcune regioni, come Campania e Sardegna, questi valori si attestano sopra il 10%, indicando aree in affanno che richiedono interventi urgenti.
L’analisi di Caligiuri: “Il futuro dell’istruzione italiana passa per l’Intelligence”
Mario Caligiuri, – presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT), professore ordinario di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria e direttore dell’Osservatorio sulle politiche educative EURISPES – ha sottolineato l’importanza di queste rilevazioni “per comprendere le reali condizioni dell’istruzione nel nostro Paese, colmare i divari esistenti e orientare le politiche educative future”.
Caligiuri – che da circa venticinque anni promuove lo studio dell’Intelligence negli atenei e nelle scuole italiane – ha ribadito l’importanza dell’educazione nella società contemporanea evidenziando che “nelle nazioni avanzate, la correlazione tra educazione e sviluppo economico si è indebolita, richiedendo una riflessione sui contenuti e le modalità dell’istruzione”.
Scuole e università devono essere profondamente riformate “perché occorre tenere presente la metamorfosi del mondo, rappresentata dall’IA, per essere più orientate al merito e alla qualità dell’insegnamento”, in modo da consapevolizzare i cittadini sulle trasformazioni in corso.“Investire nell’educazione – ha concluso Caligiuri – significa investire nel futuro del Paese. E l’Intelligence deve essere centrale in questo sforzo, poiché avvicina le persone alla sempre difficile comprensione della realtà”.