SOCINT/G-Research: quando la ricerca incontra il futuro
Conferito in Senato il Premio per l’eccellenza nella ricerca quantitativa promosso da Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e G-Research. Ai tre vincitori un riconoscimento di 10 mila euro e il trofeo “Neuron” dell’artista Rémy Tassou.
Giovedì 23 gennaio Sala Caduti di Nassirya si è trasformata in un osservatorio sul futuro della ricerca quantitativa italiana.
La cerimonia di conferimento della seconda edizione del Premio SOCINT/G-Research ha offerto una prospettiva particolarmente interessante sul rapporto tra sicurezza nazionale e innovazione tecnologica.
L’iniziativa, resa possibile dall’impegno di Luigi Rucco, segretario generale SOCINT, e Charles Martinez, academic relations manager G-Research, è stata coordinata da Liuva Capezzani, delegato al coordinamento delle sezioni regionali e delle commissioni di studio SOCINT.
I tre vincitori – Laura Rinaldi, Università di Padova, A mathematical construction of the digital twin of bread leavening; Chiara Calscibetta, Università di Roma Tor Vergata, Active control of Lagrangian particle transport in complex and turbulent flows; Stefano Mercogliano, Università di Napoli Federico II, Towards exabyte-scale genomics: the Mendel architecture – hanno ricevuto, ciascuno, un premio di 10 mila euro e un’opera del Maestro d’arte Rémy Tassou.
L’apertura della senatrice Simona Malpezzi, membro dell’Assemblea NATO, ha posto l’accento su una criticità del sistema italiano: la mancanza di una cultura della difesa. Il suo intervento ha evidenziato il legame tra discipline STEM e sicurezza nazionale, sottolineando come la presenza di due donne tra i vincitori del Premio di dottorato SOCINT/G-Research assuma un significato particolare, configurandosi come modello di ispirazione per il superamento di barriere culturali storiche.
La presentazione di Luigi Rucco ha poi delineato un’innovativa sinergia tra mondo accademico e settore finanziario. La collaborazione con G-Research, società leader nella ricerca quantitativa finanziaria con base nel Regno Unito, suggerisce come l’Intelligence richieda una sintesi tra competenze diverse e una prospettiva internazionale. Rucco ha anche evidenziato il ruolo d’avanguardia di Mario Caligiuri, presidente SOCINT e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, “che ha avuto il coraggio di portare l’Intelligence nel sistema universitario italiano”, permettendo oggi di trattare la materia in termini scientifici.
L’intervento di Antonio Uricchio, presidente ANVUR e socio fondatore SOCINT, ha evidenziato come gli studi sull’Intelligence siano stati storicamente marginalizzati negli atenei italiani. La sua analisi etimologica dell’Intelligence – “intelligere” , guardare dentro – ne ha sottolineato la naturale collocazione nell’ambito accademico, superando lo storico pregiudizio che la vedeva come “potenzialmente minacciosa” per le istituzioni democratiche. Significativa la sua riflessione sulle nuove tecnologie, inquadrate non come sostituti dell’intelligenza umana ma come suoi prodotti, frutto della creatività e del confronto tra saperi diversi.
Paolo Pedone, presidente CUN, ha offerto una prospettiva critica sulla istruzione di terzo livello. Superando la “retorica dell’eccellenza”, ha ribadito come il dottorato di ricerca debba essere compreso non solo come percorso accademico ma come strumento per l’innovazione del sistema paese. Incisiva la sua analisi sulla necessità di una sinergia tra sistema universitario e sistema produttivo, con il caso G-Research come esempio virtuoso di questa collaborazione.
L’analisi delle ricerche premiate ha mostrato la natura multidimensionale dell’Intelligence.
Alessandra Celletti, vicepresidente ANVUR, Università di Roma Tor Vergata, ha tracciato un’evoluzione del rapporto tra ricerca di base e applicata, partendo dalla visione lineare di Vannevar Bush (1944), attraverso il modello bidimensionale del “Quadrante di Pasteur” di Donald Stokes (1997), fino alla proposta di una terza dimensione “virtuale” dell’intelligenza artificiale. Attraverso il lavoro di Laura Rinaldi, ha illustrato come i digital twins – tecnologia NASA messa in campo negli anni ’60 – rappresentino questa evoluzione tridimensionale, combinando matematica di base (equazioni differenziali, meccanica dei continui), machine learning (Variational Mimetic for Tor Networks) e applicazioni industriali concrete. La tesi, focalizzata sull’ottimizzazione energetica nella panificazione, dimostra come questa sintesi possa generare soluzioni pratiche a problemi quotidiani.
Enrico Prati, Università Statale di Milano, ha evidenziato il ruolo pionieristico della fisica nell’uso dei calcolatori, tracciando un parallelo con l’attuale utilizzo dell’intelligenza artificiale nella ricerca. Presentando il lavoro di Chiara Calascibetta, ha utilizzato l’efficace metafora del “mare di vortici” per illustrare come l’IA permetta di navigare sistemi altamente caotici, dalla dinamica cellulare ai fluidi, unendo modellizzazione matematica e pianificazione strategica. La sua analisi ha sottolineato come tale approccio rappresenti l’evoluzione naturale del rapporto tra fisica e computazione.
Michele Colajanni, Università Alma Mater di Bologna, attraverso il lavoro di Stefano Mercogliano, ha chiarito come la gestione di big data rappresenti una sfida trasversale a diversi settori: dalla genomica, alla finanza, all’intelligence. La tesi di dottorato di Mercogliano, incentrata sull’elaborazione di dati in scala “exabyte”, dimostra la capacità dell’accademia italiana di competere a livello internazionale. Significativa l’enfasi sull’interdisciplinarità come risposta alla complessità dei problemi dei nostri giorni.
Alessandro Ottino, quantitative researcher G-Research, ha offerto uno spaccato del mondo della finanza quantitativa, dove la ricerca del “segnale”, nel “rumore” dei dati, richiede una combinazione strategica: potenza computazionale e intuizione umana. Il suo riferimento alla “sfera di cristallo” per prevedere l’andamento dei mercati ha tracciato un parallelo: sfide dell’Intelligence vs sfide della finanza. Ottino si è poi soffermato sul simbolismo di Neuron, scultura realizzata da Tassou appositamente per il Premio, che “esprime la sinergia uomo-macchina come elemento superiore alla somma delle parti, supportata da risorse computazionali massicce (10.000 GPU)”. La sua analisi ha confermato l’eccellenza della ricerca quantitativa italiana, sottolineando l’importanza di un approccio che unisca metodo scientifico, analisi statistica robusta e innovazione tecnologica.
Infine, le conclusioni di Mario Caligiuri hanno suggerito una lettura del Premio come confutazione empirica dei luoghi comuni sul nostro Paese. “I luoghi comuni sono sempre i più affollati – ha dichiarato il docente, tra il tragico e il grottesco –: l’Italia non è un Paese per giovani, non è un Paese per la ricerca, non è un Paese per donne. L’Italia è un Paese territoriale diseguale, è un Paese che non premia il merito, è un Paese che non guarda al futuro. La parola chiave, in effetti, è proprio futuro e l’Intelligence è il tempo del futuro, la ricerca è il tempo del futuro. Lo dimostrano i 101 candidati di questo Premio: l’80% delle tesi quantitative dell’accademia italiana“. La visione di Caligiuri – “un’università strutturata intorno ai problemi da risolvere, piuttosto che alle discipline” – si è intrecciata con un’efficace analogia tra la Scuola di Atene di Raffaello e la sfida delle sfide, quella tra intelligenza umana e IA. Il richiamo a Hans Rosling e alla “Factfulness” – visione basata sui fatti – ha evidenziato l’importanza delle scienze quantitative come strumento di comprensione della realtà. Citando poi l’incipit de Il Terzo Uomo – tra i più celebri romanzi di Graham Greene, a metà tra melodramma e noir – Caligiuri ha ricordato che “Non si può mai prevedere come gira il vento”. Ma guardando i risultati di questa seconda edizione del Premio SOCINT/G-Research, una direzione sembra chiara: verso un futuro in cui la ricerca quantitativa è destinata a giocare un ruolo centrale.
Dunque, arrivederci al 2026.
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SOCINT, associazione scientifica senza fini di lucro, promuove lo studio e la cultura dell’Intelligence in Italia, contribuendo al riconoscimento accademico della disciplina.
G-Research, società leader nella ricerca quantitativa e nella finanza ha uffici a Londra e Dallas. Assume le menti più brillanti per affrontare le grandi questioni della finanza. Abbina esperienza del personale con apprendimento automatico, big data e tecnologie emergenti per prevedere i movimenti nei mercati finanziari. Offre una cultura dinamica, flessibile e altamente stimolante in cui le idee più innovative vengono coltivate e premiate.