“China Intelligence”, spionaggio e controspionaggio della Repubblica celeste
La Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro (ISMA), Senato della Repubblica, ha ospitato la presentazione del saggio di Antonio Teti, un lungo e complesso lavoro di studio e ricerca “sulla più colossale e articolata organizzazione di Intelligence mondiale” .
Si intitola China Intelligence. Tecniche, strumenti e metodologie di spionaggio e controspionaggio della Repubblica Popolare Cinese ed è un lungo e complesso lavoro di studio e ricerca “sulla più colossale e articolata organizzazione di Intelligence mondiale” . L’autore, Antonio Teti, è responsabile del Settore sistemi informativi, innovazione tecnologica e sicurezza informatica dell’Università di Chieti-Pescara e docente di Cyber Intelligence, IT Governance e Big Data.
Edito da Rubbettino, il volume è stato presentato in Senato, durante un convegno che ha visto la partecipazione di illustri relatori: Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence (SOCINT) e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria; Robert Gorelick, capo centro Central Intelligence Agency (CIA) in Italia dal 2003 al 2008 e Alberto Manenti, direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) dal 2014 al 2018, docente al Master internazionale in Protezione da eventi CBRN ed esplosivi dell’Università Tor Vergata, autore della prefazione.
Quattro intensi capitoli guidano il lettore attraverso i meccanismi dei Servizi cinesi, svelandone modus operandi, obiettivi e abilità nel promuovere gli interessi nazionali in settori strategici. Una parte significativa del testo si concentra sul contesto normativo: Teti indaga leggi e regolamenti che governano l’Intelligence celeste, evidenziando anche le ampiezze e le contraddizioni della Repubblica Popolare Cinese creata da Mao Zedong nel 1949.
L’intelligence di Zhongguo, Paese di mezzo (o Zhonghua, fiore di mezzo) si basa, infatti, su una vasta rete di agenzie, dipartimenti e strutture militari, oltre che su organi di partito, istituti accademici, aziende private e controllate da Pechino. Una mastodontica organizzazione di ricerca e raccolta informazioni che opera su scala globale, rispondendo direttamente al Presidente Xi Jinping e al Partito Comunista Cinese, le due entità che esercitano il potere nel Paese.
Una delle peculiarità dell’intelligence sinica, ha ricordato Teti, è senza dubbio la human wave, l’onda umana, quel network di cittadini – anche residenti all’estero – reclutati per raccogliere informazioni sensibili. Approccio che si basa sul principio del mosaic collection, raccolta minuziosa di piccoli pezzi di conoscenza che assumono significato solo attraverso la loro aggregazione. Questo processo, lento ma efficace, riflette la tradizionale attitudine cinese alla perseveranza, nonché l’usanza del guanxi, l’arte di coltivare reti di relazioni personali per influenzare gli eventi. Perché l’interesse di Pechino non si limita ai soli settori della sicurezza e della difesa, ma si estende anche a quelli sociali, politici, economici e culturali.
Autore e relatori, nel decifrare questo complesso panorama, hanno ribadito quanto la globalizzazione porti con sé rischi significativi per il Sistema Italia. Minacce trasversali e asimmetriche che possono mettere a repentaglio il patrimonio tecnologico e industriale, la competitività, nonché l’incolumità delle infrastrutture e della rete nazionale. Ecco allora l’importanza della cultura della sicurezza e dello studio dell’Intelligence, con l’istituzione in ambito accademico di una disciplina scientifica ben definita e oggi più che mai indispensabile.
E’ possibile rivedere l’evento seguendo il link https://www.radioradicale.it/scheda/726349