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Crisi dell’educazione: le riflessioni di Caligiuri sull’istruzione pubblica contemporanea

L’istruzione pubblica in Italia è al centro di una profonda crisi, alimentata da una serie di fattori che vanno dalla scarsità di investimenti pubblici alla persistente burocratizzazione. Nonostante gli incoraggianti indici di autorevolezza nella ricerca scientifica, il sistema educativo nazionale continua a confrontarsi con problemi strutturali che minano la sua efficacia e il riducono il suo impatto sulla società.

Mario Caligiuri, presidente SOCINT e ordinario di Pedagogia dell’Università della Calabria dove dirige anche il Master in Intelligence, attraverso una lunga intervista condotta da Egidio Lorito, giornalista di Panorama, offre una visione critica sulla questione, evidenziando la necessità di una scuola e un’università più meritocratiche.

In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla disinformazione, Caligiuri sottolinea l’importanza di coltivare il fattore umano attraverso un’istruzione che vada oltre la mera trasmissione di conoscenze. “L’istruzione è alla base della convivenza civile e del progresso sociale – afferma – ma è sempre più in crisi in quanto c’è bisogno di inediti percorsi educativi che tengano conto dei rapidi cambiamenti del mondo”.

La crisi dell’istruzione occidentale, secondo Caligiuri, si manifesta nel fatto che a un aumento del numero di diplomati e laureati non corrisponde un progresso economico in grado di incidere sulle diseguaglianze sociali, anzi queste ultime sembrano ampliarsi sempre di più. Egli individua le radici di questa decadenza nel facilismo amorale, introdotto negli anni Sessanta, quando le richieste studentesche di riforma furono accolte con semplificazioni dei percorsi di studio che, nel lungo periodo, hanno contribuito a erodere la qualità della scuola.

Il facilismo amorale richiama il familismo amorale, concetto sociologico introdotto da Edward C. Banfield (1916-1999) – consigliere di diversi presidenti americani e docente nelle Università di Chicago e Harvard – nel suo libro The Moral Basis of a Backward Society  del 1958 (trad. it. Le basi morali di una società arretrata, Il Mulino)

Il termine amoral familism, oggi di uso corrente, etichetta una molteplicità di fenomeni. Nello specifico, evidenzia come la carenza di senso civico e l’attenzione ai vantaggi individuali abbiano minato l’interesse collettivo e la qualità della formazione. Tendenza che si è manifestata attraverso esami di gruppo e voto politico, pratiche che hanno danneggiato la matrice della meritocrazia e favorito un dannoso livellamento.

Sebbene movimenti studenteschi internazionali come il Maggio francese e le occupazioni dei campus americani abbiano richiesto riforme nell’istruzione, solo in Italia si sono verificate semplificazioni dei percorsi di studio che hanno contribuito alla crisi attuale.

Caligiuri critica anche il ruolo dei media nell’educazione, definendo la manipolazione informativa “l’emergenza educativa e democratica del nostro tempo” . La disinformazione dilagante indebolisce la qualità della democrazia, minando la fiducia nel sistema educativo e nelle istituzioni.

Nel suo nuovo libro, intitolato Maleducati: Educazione, disinformazione e democrazia in Italia (Luiss University Press, 2024) il docente analizza dunque la crisi dell’istruzione e della democrazia in Italia, sottolineando l’urgente necessità di riforme e di un maggiore impegno politico nel settore dell’istruzione. Il saggio evidenzia, inoltre, la centralità dell’educazione nel plasmare il futuro della società italiana. Educare per connettersi alla realtà, utilizzando lo strumento dell’Intelligence, consente di individuare informazioni rilevanti nel vasto mare dell’inutile.

“Occorre costruire un’educazione che si rinnovi facilmente ma che nel contempo recuperi radici antiche – conclude Caligiuri -. Educare nel senso di E-ducere, fare venire alla luce ciò che è nascosto; oppure come Apocalisse: svelare ciò che è già tra noi, ma non è immediatamente visibile”. 

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