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Israele-Hamas. Un’altra guerra infiamma il Medio Oriente. Un’analisi politica, tattica, strategica

Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence, al webinar di Report Difesa

L’operazione al-Aqsa Flood – l’attacco a sorpresa lanciato da Hamas nei giorni scorsi – ha profondamente minato la reputazione dei servizi di sicurezza e dell’establishment politico-militare israeliano. La facilità con cui i miliziani palestinesi sono penetrati nel territorio, presumibilmente con il supporto di Iran e Hezbollah, ha messo in luce una insospettabile vulnerabilità di Shin Bet, Mossad e Forze Armate.

Ma come evidenzia Mario Caligiuri – intervenuto al webinar Israele-Hamas. Un’altra guerra infiamma il Medio Oriente. Un’analisi politica, tattica, strategica organizzato dal portale d’informazione Report Difesa “anche i Servizi americani, l’11 settembre, fallirono perché si affidarono alle tecnologie”.

Per Caligiuri “una cosa è sicura: studieremo a lungo le ragioni che hanno indotto l’intelligence israeliana, lo Shin Bet in particolare, a non svolgere le attività di contrasto di sua pertinenza.  Attività che, chissà quante altre volte nel corso degli ottant’anni di storia di Israele, ha invece portato avanti con successo”.

I Servizi israeliani, una delle organizzazioni d’intelligence più efficienti al mondo, “negli ultimi anni sono stati potenziati sia a livello tecnologico – con sistemi di contrasto e d’arma all’avanguardia – sia dal punto di vista della Humint, la Human intelligence. Tanto il Mossad quanto lo Shin Bet hanno assunto, contemporaneamente, hacker e laureati in filosofia: hacker per andare a raccogliere informazioni nei recessi della Rete e laureati in filosofia per interpretarle. Figure umane che ‘vanno oltre’: gli hacker oltre i codici informatici, i filosofi oltre le idee del nostro tempo. Quindi non stiamo parlando di sprovveduti e, pur non essendo esenti da colpe, i Servizi non possono essere considerati il capro espiatorio”.

La responsabilità dell’accaduto va attribuita tanto al comparto di sicurezza quanto all’élite politica particolarmente impegnata, in questo periodo, in contrasti interni.

“Quelli che potremmo definire i servizi d’intelligence di Hamas – chiarisce Caligiuri – hanno dimostrato, in questo caso, di funzionare benissimo individuando, con estrema precisione, le falle del sistema difensivo israeliano”.

E a chi gli domanda se, prima ancora che all’inadeguatezza, il fallimento dell’intelligence israeliana sia imputabile a un eccesso di sicurezza che l’avrebbe indotta ad “abbassare la guardia”, Caligiuri, concludendo, risponde: “E’ un’analisi possibile. Ma come diceva Leo Longanesi ‘Eppure, è sempre vero anche il contrario’. Occorre, soprattutto, riflettere e studiare. Giudicare è facile, meno facile è sforzarsi di comprendere”.

Registrazione integrale al link https://fb.watch/nBxFfLF9Dc/, intervento del prof. Caligiuri dal minuto 42:02

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