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Contact Tracing Now, studio SOCINT sulle applicazioni di tracciamento

Contact Tracing, studio SOCINT realizzato da Roberto Setola (Università Campus Bio-Medico di Roma), Giacomo Assenza (International Telecommunication Union – ITU), Giampiero Nanni (Privacy & Cybersecurity Practitioner).

Lo studio è disponibile sul portale editoriale della Società Italiana di Intelligence.

Contact Tracing, di cosa parla lo studio di Setola, Assenza e Nanni

Con la parziale riapertura delle attività economiche e sociali molti governi stanno adottando strumenti di tracciamento dei contatti. Ciò al fine di monitorare e gestire in modo efficace la ripartenza.

Da una parte il contact tracing può costituire una risorsa critica per ridurre i contagi e prevenire nuovi lockdown. Dall’altra, sono stati espressi dubbi non solo riguardo al problema della privacy. Non solo, dubbi sono anche emersi anche riguardo al suo funzionamento sia a livello tecnico, che se calato in un contesto sociale.

Questo articolo affronta tali tematiche andando prima ad analizzare come si colloca il contact tracing nel contesto più amplio del bilanciamento dei diritti; per poi focalizzarsi sugli aspetti tecnici e o sul funzionamento delle varie tecnologie e le modalità e strategie di adozione in Italia e all’estero.

Le conclusioni degli autori

Il contact tracing rappresenta una delle colonne portanti nei piani di riapertura post-Covid non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo.

Tuttavia, sarà necessario assicurarsi che queste soluzioni vengano calate in strategie più ampie, che non dovrebbero riguardare solo il tracciamento. Esse si dovrebbero estendere anche alla capacità di dare una risposta in tempi rapidi ai possibili contagiati con adeguate diagnosi e trattamenti sanitari.

È essenziale inoltre che l’esercizio di tracciamento avvenga in un quadro definito di vincoli rigorosi. Questo affinché, qualunque sia la soluzione adottata, essa sia in completa osservanza delle disposizioni di legge vigenti in ambito di GDPR, e Privacy e libertà personali. Infine, rispondendo al timore espresso da molti, qualsiasi contrazione di libertà e privacy giustamente operata per rispondere all’emergenza sanitaria deve cessare istantaneamente con il venir meno dei requisiti di necessità e urgenza.

Un ultimo aspetto, evidenziato in questi mesi estivi, è la necessità di fornire strumenti di interoperabilità fra app di diversi paesi. Ciò al fine di consentire un adeguato tracing anche a coloro che si muovono fra più nazioni, aspetto questo che sebbene già evidenziato dai Ministri della Salute europea non ha trovato ancora una adeguata soluzione tecnologica.

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