ARTICO, nodo strategico globale: a Roma SOCINT e FORMICHE fanno il punto sulle sfide geopolitiche del futuro
La sicurezza dell’Artico, i nuovi equilibri geopolitici e il ruolo dell’Intelligence in un contesto in rapido mutamento: questo il cuore dell’incontro tenutosi il 29 maggio a Roma, Spazio Europa – David Sassoli.
La sicurezza dell’Artico, i nuovi equilibri geopolitici e il ruolo dell’intelligence italiana in un contesto in rapido mutamento sono stati al centro dell’incontro La geopolitica dell’Artico con lo sguardo dell’Intelligence, tenutosi a Roma nello Spazio Europa – David Sassoli. Promosso dalla Società Italiana di Intelligence, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo e con Formiche, l’evento ha rappresentato un tavolo di confronto delineando i contorni strategici di una regione destinata a divenire sempre più determinante per gli equilibri globali.

Ad aprire i lavori è stata Isabella Rauti, sottosegretario di Stato alla Difesa con delega all’ambiente specialistico Artico, Subartico e Antartide, che ha colto con efficacia il senso del tema affermando che l’Italia deve occuparsi dell’Artico perché, in realtà, è l’Artico che si sta occupando di noi. La regione artica, ha osservato Rauti, è divenuta uno dei teatri nei quali si riflette il ritorno della politica di potenza da parte di attori – USA, Cina e Russia – con posture sempre più assertive e aggressive. In tale contesto, ha aggiunto, è fondamentale che l’Italia sviluppi un modello dottrinario, capacitivo e operativo ispirato a un approccio sistemico, in grado di monitorare le trasformazioni climatiche, le rotte strategiche e la crescente competizione tecnologica. L’Italia, come membro osservatore del Consiglio Artico, può svolgere un ruolo significativo insieme all’UE, da qui la necessità di un approccio integrato che combini preparazione militare, visione strategica e diplomazia multilaterale.
Fulcro dell’incontro è stata la presentazione del volume Le dinamiche artiche sotto la lente dell’Intelligence – curata da Emanuela Somalvico e pubblicata da SOCINT Press – prima uscita dell’Osservatorio di Intelligence sull’Artico, gratuita e disponibile online, pensata per stimolare la riflessione in un’ottica interdisciplinare.

A moderare l’incontro è stata Flavia Giacobbe, direttore di Formiche e Airpress, che ha accompagnato il dialogo nel quale si sono intrecciate voci diverse in un confronto capace di restituire la complessità del tema.
Dopo i saluti istituzionali di Fabrizio Spada, direttore relazioni istituzionali della Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo, la parola è passata al presidente della Società Italiana di Intelligence nonché direttore del Master in Intelligence all’Università della Calabria, Mario Caligiuri, per il quale “capire cosa succederà nell’Artico significa capire cosa accadrà nel Mediterraneo, poiché le due aree sono intimamente interconnesse e rappresentano snodi complementari della sicurezza nazionale”.
L’ambasciatore Agostino Pinna, inviato speciale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per l’Artico, ha inquadrato l’evento come un’importante iniziativa di divulgazione che porta le tematiche artiche all’attenzione dell’opinione pubblica. Pinna ha evidenziato come l’Artico sia diventato “un punto d’intreccio” di questioni militari, marittime, economiche e scientifiche, con il cambiamento climatico come catalizzatore originario della sensibilità internazionale verso questa regione strategica.
Gli autori del volume hanno presentato i loro contributi in due panel, rivelando la natura multidimensionale della questione artica.

Nel primo, Emanuela Somalvico, direttore dell’Osservatorio Artico SOCINT, ha posto l’attenzione sui rischi derivanti dall’infiltrazione della criminalità organizzata nel processo di infrastrutturazione dell’area. Marco Santarelli, analista delle reti informative e sicurezza delle informazioni internazionali, ha approfondito le questioni relative ai cavi sottomarini, alla microelettronica e ai satelliti spia, soffermandosi in particolare sul ruolo delle Isole Svalbard nei futuri equilibri strategici. Mentre Gianluca Frinchillucci, direttore dell’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, ha illustrato il progetto della “Carta dei Popoli Artici”, esplorando ambiti apparentemente marginali ma ricchissimi di implicazioni strategiche, come lo sciamanesimo e l’arte contemporanea.
Nel secondo panel, l’ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte, ha analizzato i due principali passaggi marittimi artici, il Passaggio a Nord Est e quello a Nord Ovest, evidenziandone i limiti strutturali: condizioni climatiche estreme, carenze infrastrutturali e costi proibitivi. Agata Lavorio, ricercatrice Università degli Studi di Milano, ha esplorato la posizione degli Stati Uniti mettendo in evidenza la duplice visione americana dell’Artico: da un lato, un teatro strategico globale, dall’altro, una regione con problematiche logistiche e infrastrutturali ancora irrisolte. Marco Volpe, Visiting Researcher presso l’Arctic Centre di Rovaniemi e membro di Osservatorio Artico, ha analizzato la penetrazione scientifica della Cina attraverso il programma CNARC, volto a rafforzare la cooperazione con i Paesi nordici. Paolo Quattrocchi, presidente del Centro Studi Italia-Canada, infine, ha messo in luce la centralità del Canada quale attore chiave nella regione, custode del passaggio a Nord-Ovest e detentore di risorse minerarie strategiche.

Nelle battute conclusive, l’attenzione si è spostata sugli aspetti operativi. Il generale Carlo Di Somma, Capo dell’Ufficio generale Pianificazione e Programmazione dello Stato maggiore della Difesa, ha illustrato l’esperienza maturata attraverso le esercitazioni NATO in ambiente artico e subartico, che rappresentano un banco di prova decisivo per la prontezza operativa delle Forze Armate italiane. L’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto ha annunciato la partenza della nave Alliance verso Nord, unità polivalente che coniuga ricerca/sperimentazione – soprattutto nel campo ambientale e dell’acustica subacquea – e capacità di proiezione marittima.
L’incontro romano segna, dunque, un passo importante verso la costruzione di una cultura strategica italiana sull’Artico, fondata sul dialogo tra sapere scientifico, visione geopolitica e capacità operativa.
Qui la gallery fotografica di Umberto Pizzi su Formiche.net