Geografia del disordine. Potere e instabilità nel continente africano
Analisi dello studio di Marco Codispoti Private Military Companies (PMCs) and Militias, Actors of Instability in the fragile African Countries’ Environment (SOCINT Press).

Nel dibattito contemporaneo sulla sicurezza africana, poche questioni sono tanto complesse quanto il ruolo delle compagnie militari private e delle milizie locali.
Marco Codispoti, Maggiore in congedo dei Carabinieri, interviene su questo tema con la forza di un’esperienza pluridecennale maturata nei teatri di crisi internazionali, dalla Palestina alla Giordania, passando per il mondo NATO e le iniziative di cooperazione europea.
Private Military Companies (PMCs) and Militias, Actors of Instability in the fragile African Countries’ Environment – studio in lingua inglese pubblicato da SOCINT Press, portale editoriale della Società Italiana di Intelligence diretto da Alice Felli – è un lavoro denso, animato da una tesi chiara: PMC e milizie non sono soltanto il prodotto del disordine africano, ma strumenti di instabilità, capaci di influenzare l’equilibrio strategico del fianco sud della NATO.
Codispoti parte da un assunto: nei contesti fragili, dove lo Stato non esercita più – o non ha mai esercitato – il monopolio della forza, attori non statali tendono a colmare il vuoto. E spesso lo fanno con maggiore efficienza delle forze regolari. Questo li rende al tempo stesso risorse tattiche e minacce strutturali.
I casi documentati sono numerosi e rilevanti: dalle milizie tribali del Sinai, alla diffusione del gruppo Wagner in Mali e Repubblica Centrafricana, fino alla presenza di compagnie come la sudafricana DAG in contesti ad alta intensità di conflitto. Ne risulta il quadro di una privatizzazione della sicurezza che mette in discussione la sovranità statale, ridefinisce le alleanze e apre spazi d’influenza a potenze esterne con agende divergenti.
Uno dei meriti più evidenti del saggio è la distinzione operata tra PMC e milizie, il più delle volte trattate in modo indistinto nella letteratura di settore. Le prime seguono logiche transnazionali e commerciali, mentre le seconde rispondono a dinamiche radicate nei contesti tribali, etnici o comunitari. È una distinzione sostanziale per comprendere l’ambiguità di questi attori: la loro efficacia operativa, infatti, non coincide necessariamente con una legittimità politica o istituzionale. Da qui prende forma quello che l’autore definisce il “paradosso dell’efficacia”: soggetti in grado di produrre sicurezza tattica che, al tempo stesso, minano la stabilità strategica.Codispoti non si limita alla descrizione dei problemi. Propone soluzioni, come l’estensione del modello DIME (Diplomacy, Information, Military, Economy) in DIMEFIL, con l’inclusione delle dimensioni Finanziaria, Intelligence e Law Enforcement.
Al centro di questo approccio si colloca la “lente blu”: un invito ad analizzare PMC e milizie secondo una prospettiva da forze dell’ordine, capace di individuare e disarticolare strutture di potere criminalizzate (CPS), coinvolte in traffici illeciti, sfruttamento delle risorse naturali e propaganda.L’autore suggerisce, inoltre, strumenti operativi come la riforma del settore sicurezza (SSR), le strategie di disarmo, smobilitazione e reintegrazione (DDR) e lo sviluppo di capacità di Intelligence di tipo law enforcement (LEINT), in grado di affiancare le operazioni di peacekeeping con un’azione mirata contro reti criminali e ibridate.
È nelle sezioni operative del saggio che l’esperienza dell’autore emerge con maggiore incisività. L’analisi delle tattiche Wagner, il confronto con la dottrina russa in Siria e Cecenia, la capacità di leggere gli strumenti di guerra ibrida non solo come fenomeni bellici ma come estensioni strategiche del potere politico, restituiscono un quadro ricco di spunti utili per operatori della sicurezza, analisti e decisori politici.
Pur muovendosi prevalentemente all’interno di una cornice NATO-centrica, il lavoro di Codispoti lascia spazio a interrogativi ampi. Se PMC e milizie sono ormai elementi strutturali dell’ecosistema africano della sicurezza, come si può pensare di regolamentarli? Quali forme di legittimità emergono in assenza di uno Stato pienamente funzionale? Come si costruisce sicurezza in contesti in cui la sovranità si frammenta su più livelli, spesso informali?
Il contributo di Codispoti è un punto di partenza solido per affrontare queste domande.
Le sfide poste dalle PMC e dalle milizie in Africa non si prestano a soluzioni semplici. Richiedono approcci integrati, competenze trasversali e una comprensione dei contesti in cui si muovono. In questo senso, il paper rappresenta un contributo rilevante: offre una base conoscitiva utile, orientata all’azione, e capace di stimolare riflessioni operative in un campo dove teoria e pratica non possono più essere separate.