ApprofondimentoCommissioni di studioGeospatial Intelligence (GEOINT)

GEOINT non solo IMINT

GEOINT non solo IMINT è un contributo dell’ing. Damiano Chiappa, sostenitore della Commissione GEOINT ed esperto di software GIS (Geographic Information System). Egli ci presenta una riflessione su un possibile campo di applicazione pratica della GEOINT per localizzare fonti elettromagnetiche con l’utilizzo di droni ed algoritmi.

“Non di solo IMINT vive l’analista GEOINT”

Sempre più spesso sentiamo parlare di Internet of Things (IoT), 5G, Machine Learning e Location Intelligence negli ambiti più svariati. Tali termini stanno entrando nel linguaggio comune e condizioneranno sempre più la nostra vita quotidiana. Ogni Nazione dovrà confrontarsi con queste tematiche (ma non solo) per mantenere il proprio ruolo nel panorama strategico internazionale. Risulta, quindi, essenziale dotarsi di strutture governative in grado di affrontare i nuovi scenari tecnologici, favorendo l’industria nazionale e perseguendo l’interesse collettivo.

Al riguardo, come si colloca la specifica materia GEOINT all’interno delle classificazioni con cui generalmente si suddividono le discipline Intelligence e non solo? Per superare il problema, gli USA hanno pensato di costituire la National Geospatial-Intelligence Agency (NGA), che racchiude professionalità variegate. La NATO si è dotata della Communication and Information Agency (NCIA), che si avvale del NATO Multinational Geospatial Support Group (MN GSG) per la cartografia.

Nel merito, l’aspetto rilevante è che spesso ci si deve confrontare con ambienti multidisciplinari che richiedono la sinergia di settori professionali diversi. La struttura delle agenzie sembra meglio adattarsi a funzioni trasversali e flessibili. In particolare, il seguente esempio può meglio chiarire il concetto di GEOINT nella sua accezione più ampia, tralasciandone il tradizionale legame con l’IMINT e legandosi invece ad un settore quale l’Electronic War (EW).

Lo Scenario

Consideriamo un livello tattico di un ipotetico scenario Crisis Response Operations (CRO). Immaginiamo pertanto di poter disporre di un ipotetico assetto costituito da un numero N di quadricotteri, opportunamente equipaggiati di strumentazione elettronica, e di una stazione centrale in grado di gestirne i movimenti ed elaborarne i dati in tempo reale.

L’obiettivo è utilizzare i droni per geo-localizzare una specifica sorgente elettromagnetica, che supponiamo trasmettere in modo radiale ad una determinata frequenza. Ipotizziamo che la sorgente in questione trasmetta all’interno di una determinata bolla d’incertezza. Tuttavia tale bolla è troppo grande e vi è necessità di restringere ulteriormente il campo di ricerca. I droni, mediante opportune triangolazioni ed elaborazioni in tempo reale, hanno pertanto il compito di individuare con maggiore precisione la posizione geografica della sorgente in esame. Il sistema nel suo complesso, costituito da hardware e software volto all’esecuzione di specifici algoritmi, è raffigurato nell’immagine seguente.


In sintesi, partendo dalla necessità di individuare una sorgente elettromagnetica, materializzandone le possibili posizioni con le triangolazioni, viene eseguito un algoritmo tipico dell’analisi geospaziale (hot spot) al fine di individuarne la posizione più probabile.
Come precedentemente accennato, in questo caso l’IMINT non viene contemplato, ma il risultato è una coordinata geografica, ottenuta mediante l’unione di settori professionali molto diversi.

Anche questo è GEOINT.

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