GNOSIS si rinnova: l’INTELLIGENCE italiana apre le porte della conoscenza
Il primo numero del 2025 fissa il punto sul rapporto tra sicurezza e democrazia, affidandolo a voci di primo piano. Tra loro, Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Con la sua trasformazione in rivista digitale e gratuita, GNOSIS – periodico trimestrale di informazione e approfondimento sulle tematiche di interesse per la Sicurezza Nazionale diretto da Alessandro Ferrara – inaugura una nuova stagione che segna il passaggio dall’informazione custodita all’open Intelligence. Il direttore del DIS, Vittorio Rizzi, nella prefazione, ricorda che l’Intelligence è “l’arte di vedere oltre l’orizzonte” e che il segreto oggi non consiste più nel trattenere conoscenza ma nel moltiplicarla, per rafforzare al tempo stesso sicurezza e democrazia. È un mutamento non solo editoriale ma concettuale, che accompagna tre decenni: dalle origini – con Per Aspera ad Veritatem – al digitale.

Il primo numero del 2025 è dedicato al nesso tra sicurezza e democrazia, nodo di un’epoca segnata dalla volatilità delle minacce e dall’interconnessione dei sistemi. Carlo Galli inquadra la sicurezza come funzione della politica, sempre sospesa tra protezione e libertà, mentre Alessandro Aresu mette a fuoco la securitizzazione dell’economia, fenomeno che investe in pieno il capitalismo politico globale. Nel quadro internazionale, Riccardo Redaelli legge le dinamiche del Mediterraneo allargato, Francesca Bocca-Aldaqre affronta i rapporti tra Islam e democrazia smontando stereotipi occidentali, e altri contributi offrono prospettive complementari, confermando l’impianto multidisciplinare che la rivista ambisce a consolidare.
Particolarmente denso è l’articolo di Mario Caligiuri, presidente SOCINT e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. In Intelligence e democrazia. Un nodo fondamentale del XXI secolo, muove dal conflitto strutturale tra trasparenza e riservatezza, mostrando come le democrazie si trovino oggi penalizzate rispetto ai sistemi autoritari non tanto sul piano delle libertà quanto su quello della selezione delle élite, spesso inadeguate a gestire la complessità. Caligiuri parla di “salto di specie”: categorie culturali, istituzioni e linguaggi tradizionali rischiano di diventare rapidamente obsoleti. La democrazia, sostiene, è chiamata a riconfigurarsi sotto la pressione delle tecnologie digitali, dell’intelligenza artificiale, del debito pubblico crescente e di un dibattito pubblico sempre più segnato dalla propaganda e dall’odio. Il destino dell’Intelligence si lega a doppio filo a quello della formazione: università e servizi devono cooperare nella costruzione di classi dirigenti all’altezza del rischio sistemico globale. È un appello a considerare l’Intelligence non più solo apparato dello Stato ma lente critica attraverso cui misurare la qualità stessa della democrazia.

Altri contributi del numero ampliano l’orizzonte: dall’analisi di Enrico Prati sulle tecnologie emergenti a quella di Giovanni Nistri e Alberto Pagani sui rapporti uomo-macchina, emerge la consapevolezza che le guerre cognitive e la dimensione cyber non siano più scenari futuri ma campi di battaglia già attivi. Le sezioni dedicate alla storia, con Virgilio Ilari e Gianluca Falanga, ricordano che non c’è interpretazione del presente senza comprensione del passato, mentre la varietà dei temi trattati – dalla geopolitica dell’acqua alle letterature distopiche – conferma l’ambizione di un approccio olistico.
La scelta di rendere la rivista gratuita rafforza l’idea di apertura, ma introduce interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine. In un mercato digitale sovraffollato, GNOSIS dovrà mantenere la propria specificità, senza scivolare né nella deriva accademica né in quella divulgativa. L’integrazione con strumenti multimediali può essere una via promettente, ma richiederà investimenti mirati e capacità di innovazione.
GNOSIS, nella sua nuova veste, si configura come un’operazione di soft power culturale che vuole trasformare la conoscenza in visione e la visione in sicurezza. Per diventare quel laboratorio di idee che il Paese ancora non ha, contribuendo non solo all’evoluzione dell’Intelligence italiana ma anche alla maturazione democratica della Repubblica.

